Due settimane di fuoco per la rete

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Vedete? Non si fa a tempo a buttare giù due righe sullo stato di internet che comincia a cambiare tutto…
Non so bene da dove cominciare, credo che siano state le due settimane più movimentate da un po’ di tempo a questa parte (webbisticamente parlando).

Vediamo un po’ quel che c’è di nuovo sul panorama internazionale, mentre a casina nostra cercano di sopprimere tutto.

L’ultimo articolo che avevo scritto parlava delle applicazioni, di quanto fossero brutte e cattive e di quanto potenzialmente potrebbero fare male allo stato di salute della rete. Giustamente ci siamo espressi tutti nel merito apportando le più svariate opinioni. Concedetemi però una breve replica per rispondere velocemente a chi metteva in dubbio le potenzialità delle app riguardo alla loro complementarietà nel consumo di contenuti disponibili in rete.

Un’analisi condotta da Flurry Analytic rivela che nel giugno 2011 negli USA per la prima volta il tempo passato su applicazioni internet dei cellulari supera la navigazione da pc.

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Questo, però, non è forse l’aspetto più interessante, ne tantomeno l’argomento che voglio trattare.

Project: Spartan

A mio parere l’aspetto più interessante riguarda un progetto segreto di Facebook, trapelato agli onor di cronaca come “Project: Spartan”. La fonte è Siegler di Tech Crunch, il quale rivela notizie su di una piattaforma per mobile web, completamente basata su HTML5 che permetterebbe a Facebook e agli sviluppatori che vorranno usarla di bypassare l’App store di Apple.

Sicuramente Zuckelberg non è un benefattore e certo non cerca di cannibalizzare in questo modo il mercato delle applicazioni per il bene della rete, ma se queste notizie si rivelassero corrette potrebbe dar filo da torcere a Jobs. Ad ogni modo non perdiamo il punto della questione: stiamo parlando di due sistemi chiusi che lottano per lo stesso bacino di utenti.

Ma è qui che si inserisce un terzo soggetto, che sembra non volersi schierare su questo terreno e preferisce mantenere un piede in due scarpe.

Google

De Google non disputandum est. È stato detto e scritto a fiumi in questi giorni di G+, @Edran ne ha dato l’anteprima, Itomi ha scritto vari articoli (qui e qui), ed io, come avranno fatto altri, ho invitato un bel po’ di legaioli nelle mie cerchie, per cui non mi dilungherò.
Giusto per ricapitolare: Google + non è il primo tentativo di Google di entrare nel mondo dei social networks, ma sarà forse il primo a raggiungere la massa critica sufficiente a mantenerlo in vita. Presenta delle sottili quanto sostanziali differenze rispetto a Facebook, nonostante sia evidente che l’ambiente che lo caratterizza è ispirato a quest’ultimo. Nei prossimi giorni Picasa e Blogger verranno assorbiti dal buco nero G+, che sembra destinato ad inglobare tutti i servizi di Big G creando un ambiente web a dir poco olistico (altro che iCloud).

Ed è qui che inserisco la mia riflessione (già spoilerata in qualche commento in giro).

Probabilmente il prossimo salto evolutivo dei social networks avverrà attraverso l’integrazione dei servizi e delle piattaforme. Spiego meglio.

Il futuro è Google Vs Facebook?

Se analizziamo la storia delle telecomunicazioni “bidirezionali” fino ad oggi, sappiamo che ci sono stati vari tipi di servizi prima dei Social Networks, quasi tutti ancora in vita. La posta e i corrieri, il telegrafo, il telefono fisso, la telefonia mobile, gli sms e le e-mails.
Tutti questi sevizi erano e sono caratterizzati da un elemento chiave: nonostante la scelta degli utenti di rivolgersi ad un determinato fornitore per ottenere un servizio, non gli viene preclusa la possibilità di comunicare con altri che utilizzano un gestore alternativo al proprio.
Sarebbe evidente la scomodità di dover possedere 4 telefoni ognuno con una sim card diversa di TIM, di Vodafone, di Wind e di H3G, o di dovere avere a casa una centralina Alice, una Libero, una Fastweb, una Tiscali, e così via… per poter parlare con tutti i miei amici e parenti.

Nei Social Networks questo non è ancora possibile, ma arriverà il momento in cui si renderà necessario e in cui si potrà postare dal proprio account FB sul muro di un amico che per gusti diversi avrà scelto G+. Tutto questo si manifesterà quando entrambi i siti saranno completati da tutti quei servizi verticali che al giorno d’oggi si trovano su altre piattaforme e che FB assorbe e Google crea, rendendoli in pratica perfettamente sostituibili.

Vi porgo un esempio. Nel progetto di integrazione di Skype in Facebook presentato oggi (qui l’articolo di @JamesElio I Nè) non ci vedo solo un accordo commerciale per competere con Google Voice&Video. Ci vedo chiaramente il baratto tra il know-how di una società assolutamente verticale e specializzata (Skype) con la base di utenti di una piattaforma generalista e orizzontale (Facebook).

Quanto gli ci vorrà a Facebook per un stipulare unaccordo con Yahoo (per Flickr) o con Spotify (già oggetto di rumors) o Bing (perchè no, soprattutto dopo skype)? E una volta che tutto questo sarà fatto, quanto ci metterà a sviluppare un sistema di documenti on line, a raffinare il calendario degli eventi e ad avere lo stesso potenziale di Google +, Google Doc, Calendar, Youtube, Photo (ex-Picasa), Reader, Shopping e chi più ne ha più ne metta?

E una volta che questo sarà accaduto, quanto ci vorrà ad avere un formato compatibile tra Google Docs e Facebook Doc? Tra Google Calendar e FB Events?
D’altronde, non potete già mandare una e-mail dal vostro indirizzo @gmail.com al vostro indirizzo @facebook.com (si, ne avete già uno anche se non lo sapete)?

Sembra un futuro lontano, sembra impossibile. Ovviamente sono molto incerto a riguardo, eppure lo vedo arrivare.

O forse, come diceva Asimov:

“Ardo dal desiderio di spiegare, e la mia massima soddisfazione è prendere qualcosa di ragionevolmente intricato e renderlo chiaro passo dopo passo. È il modo più facile per chiarire le cose a me stesso.”

Ho tralasciato vari avvenimenti accaduti in questi giorni che considero minori, come la morte di My______ che non è riuscito ad adattarsi al cambio, o la decisione da parte di Google di smettere di indicizzare i twit, o della liberazione dei domini (www.quellochesi.vuole), o di iCloud.

Cosa ne pensate?

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