Dream Theater – Live @ Rock in Roma – 04/07/2011

Premessa: lo so, il video fa schifo e si sente male, ma è la prima testimonianza dal vivo di Mike Mangini nei Dream Theater, e questa era la sua serata. E poi l’ho registrato io. Quindi zitti e continuate a leggere.
Partiamo dal principio.

La partenza

Esco con mezz’ora di ritardo dall’ufficio ed inizia a piovere: cominciamo bene…

Tempo 10 minuti e mi ritrovo incastrato nel traffico, ci vorrà quasi un’ora per fare 20 km.

Per ispirazione divina accendo la radio, in quel momento stanno intervistando James LaBrie, il cantante dei Dream Theater, che dice che non vede l’ora di suonare la sera e che è sempre molto contento di venire in Italia. Pubblicità? Forse, ma è un primo spiraglio di positività in quella che è stata una lunga giornata.

Arrivo e mi chiama J., che deve venire al concerto con me, dicendomi che è incastrato anche lui sul Raccordo. Ritorna l’umore cupo, o quasi.

Decido di entrare, la musica è sempre un’ottima medicina per queste cose.

I gruppi spalla

Inizia il concerto e salgono sul palco gli Anathema.

Leggendo ora su Wikipedia, scopro che hanno iniziato come gruppo death/doom metal, ascoltandoli non si direbbe: molta musica di atmosfera, voci melodiche.

L’impressione che mi hanno dato è che non sappiano dove vogliono andare, le canzoni risultano sospese, come se mancasse un finale degno di questo nome.

Per carità, bravi, ma non lasciano niente in chi li ascolta.

In compenso subito dopo arrivano i Gamma Ray.

Non avevo mai sentito niente di loro, ma conoscevo Kai Hansen, il frontman, per il lavoro fatto con gli Helloween; i due Keeper of the Seven Keys sono anche opera sua. Praticamente quest’uomo ha inventato il power metal.

Inutile dire che sono riusciti a trascinare il pubblico come gli Anathema non erano riusciti a fare; pezzi veloci, potenti, tamarri, ma soprattutto molto divertenti.

Il pubblico incita, esulta e finalmente si respira un po’ di buona musica.

Ma siamo tutti qui per il pezzo forte, che non tarda ad arrivare.

Il concerto

Finalmente si comincia.

Il gruppo entra con un’intro musicale, dopodichè partono le note di Under a Glass Moon.
Per chi ancora non avesse il mal di mare dal primo video, può vedere l’inizio del concerto nell’approfondimento.

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La folla esulta, ma tutti gli occhi sono puntati su Mike Mangini, il nuovo batterista, che porta sulle spalle il peso del confronto con il Mike uscente, mr. Portnoy.

Mangini sa il fatto suo ed inizia senza strafare, nonostante il pubblico già lo acclami; un po’ di incitazione non fa mai male, ma il suo momento di gloria arriverà più tardi.

Uno dei miei grossi timori era James LaBrie, che però parte grintoso e nonostante un lieve calo nel corso della serata si manterrà sempre su ottimi livelli.

All’attacco di These Walls, dalle acclamazioni di buona parte degli spettatori, capisco che molti sono giovani che hanno conosciuto i Dream Theater grazie agli ultimi dischi, e la prima parte del concerto è tutta per loro: dopo These Walls si susseguono Forsaken ed Endless Sacrifice.

Arriva però il momento della verità: le luci vengono puntate sulla batteria, e finalmente possiamo conoscere veramente Mike Mangini.

L’assolo di batteria

Il video è quello linkato all’inizio dell’articolo, ma quello che non si vede è quanto fosse emozionato Mangini, al punto da far incastrare per un attimo una bacchetta sul bordo di un tamburo durante una rullata.

Nonostante questo, l’assolo procede senza intoppi e le acclamazioni della gente sono la migliore testimonianza della bravura di quest’uomo.

Suona con passione, e ha dato tutto se stesso per questo progetto, ed il pubblico lo ripaga con la stessa passione ed affetto.

Da qui in poi il concerto è tutto in discesa, ormai le preoccupazioni sono dissolte come neve al sole e ci possiamo godere la musica in tutta tranquillità.

Di seguito la scaletta completa:

Under a Glass Moon
These Walls
Forsaken
Endless Sacrifice
Drum Solo
Ytse Jam
Peruvian Skies
The Great Debate
On the Backs of Angels
Caught in a Web
Through My Words
Fatal Tragedy
The Count of Tuscany

Encore:
Learning to Live

In totale due ore e mezzo di spettacolo, con brani presi da tutti i dischi della carriera del gruppo, per non scontentare nessuno e per dimostrare che dopo vent’anni vanno ancora alla grande.

C’è anche spazio per il nuovo singolo, tratto dal disco di prossima uscita “A Dramatic Turn of Events”, che sembra essere un ritorno a sonorità più “classiche” per il gruppo, dopo gli ultimi anni di spiccate influenze di metal più pesante.

Nel complesso un ottimo concerto, con l’unica pecca di un settaggio dei bassi fatto un po’ a cavolo, che faceva tremare la terra sotto i piedi e di cui hanno fatto le spese, purtroppo, canzoni che raramente venivano eseguite dal vivo, quali The Great Debate e Caught in a Web.

Il Grande Assente della serata, Mike Portnoy, ha fatto sentire la sua mancanza, almeno all’inizio, ma i Dream Theater sono vivi e vegeti e più vitali che mai, e Mike Mangini è pronto a fare la sua parte, avendo già conquistato i cuori dei fan.

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