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Shining like a boss

Stavolta vi parlo di stelle. Stelle talmente grandi da far sembrare il Sole una nullità.

Sol ☉

Il Sole lo conosciamo tutti, no?

Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo staccati dal computer per uscire di casa per tentare un disperato tentativo di abbronzatura.
Ma quanto è grande quella palla di elio ed idrogeno che trasforma, ogni estate, innumerevoli comitive turistiche in parate di cosplayer del Dottor Zoidberg?

Beh, di certo è grande. Ha un diametro medio di 1,39095 × 10^9 m.
Sicuramente è molto pesante con i suoi 1,9891 × 10^30 kg.
Dimenticavo, è molto caldo. La temperatura superficiale si aggira sui 5000/6000° C, mentre nel nucleo si raggiungono tranquillamente i 15 milioni di gradi centigradi.

Questi dati ci ricordano chi è il gran capo del sistema solare. Chi, da solo, rappresenta il 99,8% della massa dell’intero sistema solare.
Ci vorrebbero un milione di pianeti uguali alla Terra per raggiungere la massa del nostro astro.

Alla luce di questi fatti è brutto scoprire che la nostra amata stella è equiparabile a una scoreggia delle sue sorelle più cresciute.

 

 

Un cane gigantesco

Vi presento VY Canis Majoris. La stella più grande mai scoperta.

Piccola divagazione. Tutti sanno che ci sono diversi tipi di stelle.
Nane rosse, nane bianche, supergiganti, ecc ecc. Tutti pensano, logicamente, che le stelle più grandi siano le supergiganti.
Sbagliato.
Ci sono stelle talmente grandi da meritarsi il termine di Ipergiganti.

Canis Majoris

Canis Majoris è veramente grande. E’ un miliardo di volte più grande del nostro Sole.
Il suo raggio è 2600 volte più grande di quello della nostra stella, per non parlare poi della massa calcolata in circa 40 masse solari.
Per farvi capire meglio le sue dimensioni vi cito un classico fun fact. Viaggiando alla velocità della luce ci vorrebbero 8 ore per percorrere il suo equatore.

Canis Majoris è talmente gigantesca da far credere agli scienziati che essa sia il limite per le stelle.
Nel senso che una stella non potrà mai essere più grande di Canis Majoris. Se aumentasse la massa la forza di gravità attirerebbe verso il nucleo gli strati più esterni.
In pratica VY è il perfetto bilanciamento fra massa e volume, è il corrispettivo stellare di Giove.

VY però è invisibile ad occhio nudo.
Nonostante le sue dimensioni, la sua luminosità (è circa 500000 volte più luminosa del Sole), e la sua relativa vicinanza (5000 anni luce), l’unico modo per vederla è usare un telescopio molto potente.
Perché?
Perché Canis Majoris sta morendo.

Più grande è una stella più e breve la sua vita. E la sua magnitudine variabile, oltre a rendere difficile la sua osservazione, ci indica che presto VY diventerà una supernova.
Le ultime osservazioni fatte col telescopio Hubble mostrano inoltre degli immensi getti di materia espulsi dalla stella. Altri segni della fine ormai vicina.

Però non tutto il male vien per nuocere.
Intorno alla stella sono state osservate ingenti quantità di nitruro di fosforo.
Questa molecola è molto importante nella biologia, dato che il fosforo si lega con l’azoto nel DNA. Al contrario dell’azoto, il fosforo è molto raro nell’universo. Quindi c’è una vaga speranza che in seguito alla morte di questa ipergigante rossa si possa formare un nuovo sistema solare favorevole allo sviluppo della vita.

 

 

Quanto pesa il blu?

Canis Majoris è certamente enorme. Ma in realtà non è il pezzo grosso dell’universo conosciuto.

 

Nonostante le sue pantagrueliche dimensioni, VY è relativamente leggera.

40 masse solare sono tante, ma non molte.
Questa sua leggerezza è dovuta all’espansione dei suoi strati più esterni, evento che anticipa la morte delle super/ipergiganti rosse.

Vi presento R136a1. La stella più grassa mai scoperta.
Con un raggio pari a circa 40 raggi solari R136a1 sembra una nana rispetto a Canis. Ma la sua massa pari a circa 265 masse solari fa sembrare Canis una modella anoressica.

 

R136a1

R136a1, scoperta nel luglio del 2010, è una stella particolarissima.
E’ una ipergigante blu.

Le stelle super/ipergiganti blu sono le stelle più rare, più massicce, più luminose e fra le più calde di tutto l’universo.
R136a1 è attualmente la stella più luminosa presente nell’universo, con una luminosità 8,7 milioni di volte superiore a quella del nostro Sole.

Le ipergiganti blu devono il loro colore all’immenso calore che generano. R136a1 ha una temperatura superficiale pari a circa 54000°C, nettamente superiore a quella sviluppata dal Sole.
Queste temperature generano una luce tendente al blu/bianco, dando il caratteristico colore a queste stelle.
Ma nonostante tutto queste non sono le stelle più calde dell’universo.
Alcune nane bianche hanno una temperatura superficiale pari a circa 150000°C, roba da far impallidire anche le ipergiganti blu.

Curiosamente le super/ipergiganti blu sono stelle molto rare, ma molto facili da avvistare.
La loro incredibile luminosità le rende visibili anche a grandissima distanza.
Difatti R136a1 si trova a circa 165000 anni luce dalla Terra.

Questa fornace spaziale ha un’altra particolarità. Al termine della sua vita essa degenererà in una ipernova.
Tutti conoscono il termine -ormai stra-abusato- di supernova. L’immensa esplosione di una stella molto massiccia che termina spettacolarmente la sua esistenza.
Le supernove sono eventi incredibili. In un attimo possono liberare una quantità di energia superiore a quella generata dal Sole durante tutta la sua vita.
E possono generare una luce talmente intensa da superare quella emessa da un’intera galassia.

Bene, le ipernove sono 100 volte più potenti. Possono generare in una frazione di secondo un’energia pari a circa 10^46 Joule.
Questi eventi sono stati osservati pochissime volte durante la storia. Dato che solo le stelle con una massa superiore a 150 masse solari possono causarli.

 

 

Più luminosa di una supernova

Finora abbiamo visto due mostri dello spazio. Ora è il turno della stella più luminosa.

Eta Carinae (η Carinae), è stata la stella più luminosa di tutto l’universo.
Nel 1843 essa raggiunse il suo picco, con una luminosità 55000000 (55 milioni) di volte superiore a quella del Sole.
Era talmente luminosa che, dalla Terra, solo Sirio era più luminosa nel cielo.

Eta Carinae è anch’essa una ipergigante blu. E’ più grande di R136a1 (~120 raggi solari) ma è nettamente più leggera (~120 masse solari).
Al giorno d’oggi Eta Car è la seconda stella più luminosa dell’universo, dopo R136a1.

Eta Carinae

L’evento del 1843 rimane ancora un mistero.
Si sa che Eta ha una luminosità molto variabile, dato che anch’essa, come Canis, ha ormai raggiunto il termine della sua esistenza.
Ma la luce sprigionata da Eta nel 1843 era pari a quella originata da una supernova, ben superiore alle fluttuazioni che ha ancora oggi.

Ci sono due teorie che cercano di spiegare questo fatto.
La prima teoria afferma che in quella data la sua superficie sia andata incontro a un periodo di forte instabilità.
Instabilità che si manifestò in immensi brillamenti solari.

La seconda afferma che Eta Carinae sia una supernova fallita.
In quell’evento probabilmente era iniziato il processo che trasforma una ipergigante blu in una super/ipernova. Ma per uno strano motivo, ancora da chiarire, questo processo si è fermato prima dell’esplosione finale.

 

 

Figli delle stelle

Dopo aver letto di questi giganti del cosmo è facile sentirsi piccoli rispetto a loro. Se poi aggiungiamo il fatto che ci sono altri oggetti nello spazio miliardi di volte più grandi di loro…

Ma troppo è troppo facile lasciarsi andare a pensieri così negativi.

Siamo una caccola nello spazio! Siamo le formiche dell’universo! Ecc ecc.

Sarà meglio che vi lasci un pensiero positivo per trascorrere meglio la giornata.

Di cosa siamo fatti?
Atomi.
Idrogeno, ossigeno, azoto, carbonio, ferro, ecc. ecc.
Ora se avessi chiesto alla mia prof di chimica da dove provengono questi elementi lei mi avrebbe risposto che vengono estratti dal terreno o dall’aria.
La mia prof era molto ignorante.
Questi elementi vengono dalle stelle.

Stelle supergiganti che in un passato molto lontano hanno forgiato questi elementi nelle loro profondità, a temperature e pressioni inimmaginabili.
Stelle che poi sono esplose spargendo questo prezioso tesoro nello spazio.
Le nostre care supernove.

Questa eredità stellare creò, o raggiunse, una piccola nube di “polvere”.
In cosa si sarebbe trasformato questo polverone spaziale?
Nel nostro sistema solare.

Quando guardo il cielo stellato penso che l’universo sia davvero sconfinato e pieno di meraviglie.
Ma un po’ di quella infinità è dentro di noi.
Noi facciamo parte dell’universo e l’universo è dentro di noi.

 

 

[Curiosità Spaziali] è la rubrica di Lega Nerd sulle curiosità e notizie riguardanti spazio e astronomia.

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