Eruzione del vulcano Puyehue

I funzionari governativi hanno detto che si è verificata una spaccatura lunga più di 10 chilometri nella crosta terrestre.

Dopo quella del vulcano islandese Grímsvötn, sabato 4 giugno vi è stata l’eruzione anche di questo colosso nel Sud del Cile, il quale ha già costretto all’evacuazione più di 3500 persone. Questo vulcano, situato nella Cordigliera delle Ande, si è risvegliato dopo circa 50 anni di inattività a causa delle quasi 300 scosse che si sono susseguite in appena un’ora, la più importante con una magnitudo di 7.7 sulla scala Richter.

Il fenomeno che si osserva nel video, ovvero i fulmini presenti nella nube che si innalza dal cratere (che ha un diametro di circa 2 km), è dovuto alla carica elettrica sufficientemente alta della cenere. Una curiosità interessante ci viene rivelata grazie ad un nuovo studio, condotto dopo l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull da parte di studiosi inglesi e islandesi, che mette in relazione la frequenza dei fulmini generati con l’altezza della colonna eruttiva. Questa tecnica, che si aggiunge a quelle tradizionali, è molto vantaggiosa perché permetterà monitorare a distanza il comportamento della colonna, senza avere ”impicci” vari, magari dovuti alla scarsa visibilità e/o ad altri fenomeni simili, potendo quindi prevedere l’estensione della zona colpita dalla caduta i ceneri.

Tale metodo è anche usato per studiare i comportamenti dei temporali, visto che, in base all’altezza, la nube incontra correnti diverse. Inoltre, si potrà anche avere l’opportunità di misurare, sempre grazie alla frequenza dei fulmini, la temperatura della colonna e la concentrazione delle ceneri.

Infatti, dovete sapere che la cordigliera delle Ande è una cosiddetta ”zona calda”, poiché è una catena montuosa che è stata creata dal fenomeno di subduzione della placca di Nazca con la placca Sud-Americana, da cui derivano quindi importanti forze di compressione che, quando vengono rilasciate durante un terremoto, sono molto più potenti delle forze rilasciate presso una zona di divergenza (ovvero durante la creazione di un Rift).

Il Cile non è estraneo a questi fenomeni, sia sismici che vulcanici, va ricordato, infatti, che proprio lì vi fu il sisma più potente del XX secolo: esso scatenò la sua furia tellurica il 12 Maggio 1960 con un magnitudo di ben 9.5 sulla scala Richter, da cui conseguì uno tsunami che colpì molte zone del Pacifico. Fu l’ultima attività del vulcano Puyehue, con più di 3000 morti e quasi 2 milioni di feriti.

Date un occhiata anche a questa gallery molto faiga.

Fonti:

Qui la ricerca.

Qui l’articolo del Corriere della Sera.

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