[Piega e Spiega] Basi e Tecniche

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Bello, complimenti! …ma esattamente, cosa sarebbe?
-Chiunque dopo aver visto il tuo origami meglio riuscito

Benvenuti alla seconda imperdibile puntata di [Piega e Spiega], la rubrica sull’origami, il modo migliore per buttare via utilizzare la vostra carta ed il vostro tempo. Per chi si fosse perso il primo articolo e ha voglia di approfondire la storia di quest’arte, qui troverà ciò che cerca!

In questo articolo si toccheranno, come da titolo, le basi e le tecniche utilizzate dagli origamisti; ottimo per chi vuole iniziare, interessante per chi ha un minimo di esperienza, una noia mortale per chi è già ad un buon livello (seriamente, se sapete già queste cose, saltate pure questo post, potrete impiegare meglio il vostro tempo qui!)

Le pieghe

Ciò che vi dirò ora potrà sembrare idiota, scontato e banale, ma in realtà è la pura essenza dell’origami, infatti dovete sapere che esistono due, e dico due tipi di pieghe:
-la piega a monte, o mountain fold, contrassegnata generalmente da una linea tratteggiata secondo uno schema linea-spazio-punto o linea-spazio-punto-spazio-punto;
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-la piega a valle, o valley fold, contraddistinta da una linea tratteggiata secondo il preciso schema linea-spazio-linea;
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Se ci pensate ciò che ho appena detto è pura verità: indipendentemente da quanto si calca, da come la si piega, da che percorso faranno le pieghe, la carta potrà fare solo ed esclusivamente quei due movimenti fondamentali, e la composizione di questi crea le infinite possibilità di realizzazione.

I diagrammi

Ora, prima di continuare, è indispensabile che vi istruisca riguardo i diagrammi, istruzioni per i non addetti ai lavori; essi sono appunto delle immagini in successione numerata che indicano in maniera esatta le mosse che lo sfigato di turno il niubbo origamista deve compiere per giungere ad un modello finito; [Attenzione: notizia falsa e tendenziosa] seguendo le indicazioni alla lettera, è praticamente impossibile sbagliare, e quesi certamente si arriverà ad avere in mano un origami (mi spiace ma una palla di carta accartocciata -scusate il gioco di parole- non è considerabile un origami).
In genere, quasi tutti i movimenti da compiere sono esplicitati da delle frecce, ed i due lati del foglio vengono contraddistinti con una differente colorazione, cosa che in molti casi è anche un riferimento al modello reale, il quale andrebbe (grosso condizionale) realizzato su carta colorata diversamente nelle due facce.

Ma ora passiamo a vedere i simboli più comunemente usati in tali diagrammi:
-piega e spiega/fold and unfold
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-piega doppia/pleat fold e tira/pull
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-crimpatura/crimp fold
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-rovescia/reverse fold e apri/open
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-ripeti, ruota e capovolgi
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Precisazione: nella freccia di ripeti, le tacchette perpendicolari al gambo della freccia indicano quante volte si dovrà ripetere tale operazione.
Inoltre si possono trovare delle frecce corte e senza gambo, le push in, che indicano un angolo o uno spigolo, esse dicono di premere all’interno la parte indicata, e possono essere considerate come una inside reverse fold, con la differenza che la parte solitamente sparisce all’interno dell’origami.
In tutti i diagrammi, le pieghe già eseguite, indipendentemente dal loro orientamento, sono raffigurate da linee continue.

Crease Pattern

Cos’è un crease pattern, vi chiederete. Ebbene non è altro che la raffigurazione delle pieghe strutturali di un origami; mi spiego meglio: create un origami (fatto? bbbbbbene! -cit-), una volta completato aprite il foglio, evitando di strapparlo mentre lo fate, fino a farlo tornare com’era prima che voi lo piegaste; le linee che ora vedete, altro non sono che le pieghe eseguite; ripassatele con una penna ed avrete il vostro CP. Esso viene utilizzato dagli origamisti più avanzati, ma talmente avanzati chepropriononaveteunaminimaidea, per diffondere le loro opere senza però svelarne la costruzione: dovrà essere poi l’esperienza del singolo a guidare le mani nella composizione dell’origami, casomai aiutandosi con immagini dell’opera finita.
Per farvi un esempio della loro complessità, vi informo che io, sebbene abbia una certa esperienza, l’unico origami che sono riuscito a piegare partendo dal CP è il pinguino creato da Hideo Komatsu; riporto il crease pattern (notate che in questo particolare caso, le pieghe a monte e a valle sono differenziate da colori diversi per facilitarne la soluzione):
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Le basi

Esistono due basi pressochè fondamentali, molto utilizzate e presenti; esse costituiscono l’inizio della stragrande maggioranza degli origami più semplici, per esempio dalla prima con poche pieghe in più si può creare la famosa gru; esse hanno lo stesso identico CP, e quindi si creano facendo le stesse pieghe ad un quadrato di carta, forma più utilizzata come partenza per un origami, ma una è l’inversa dell’altra; vediamole (in queste immagini vedrete le suddette frecce push in:
-base quadrata
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-base triangolare
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Se volete provare a vedere la differenza tra una e l’altra, vi consiglio di eseguire una delle due, dopodichè aprire il foglio e, premendo il centro, rovesciare il tutto (non il foglio, le pieghe!) e chiudere come se fosse antani l’altra base.

Le tecniche

Gli origami non sono semplice carta piegata, in cui meccanicamente, uno dopo l’altro, ogni passaggio porta ad un modello geometricamente perfetto (per carità, esiste anche quello), infatti ci sono varie forme in cui quest’arte si può esprimere:

-wet folding
Come avrete intuito, il “pieghevole bagnato” (vai a capire cosa frulla tra i codici del traduttore di google) è una tecnica molto raffinata che consiste nell’inumidire la carta; ogni artista lo fa a modo suo: con uno spruzzino, con una spugna o un panno umidi, chi anche con la propria saliva. Una volta che la carta si è asciugata, l’origami s’irrigidisce, riuscendo meglio la forma. Il risultato è quantomeno sorprendente: gli origami perdono la loro spigolosità, e con essa buona parte della stilizzazione che li caratterizza, per acquisire una morbidezza nelle forme e nei lineamenti quasi impossibile da raggiungere in altra maniera, inoltre la carta così bagnata può essere ripiegata su sé stessa più volte di quanto sarebbe possibile normalmente, e ciò viene a favore di quelle parti molto sottili e, solitamente molto ripiegate, quali gambe, antenne, insomma tutte le protuberanze. Per darvi un’idea ecco un semplice origami realizzato con questa tecnica:
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-pureland origami
In opposizione totale al wet folding c’è questo tipo di origami, composto solo ed esclusivamente da pieghe lineari e marcate (i modelli che all’inizio di questa sezione definivo “perfetti”); inutile dire che il suo scopo è quello di ridurre al massimo la difficoltà, riducendo proporzionalmente la verosimiglianza (vedasi la citazione iniziale), per avvicinarsi il più possibile ai niubbi. Non c’è molto altro da dire su questa tecnica, se non che è molto utile a spronare ad andare avanti e passare ad un nuovo livello di difficoltà: diventano noiosi più velocemente di un god-game! Ecco uno di questi semplicissimi origami, nel quale potrete notare l’effetto dato dalla dicromia della carta:
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-modular origami
Gli origami modulari, come dice il nome non sono altro che un insieme di moduli, spesso tutti uguali tra loro, ma nulla vieta che vi siano più tipi di modulo, i quali vengono incastrati appositamente per creare grosse figure, spesso (sempre) geometriche. Indubbiamente sono gli origami che necessitano di più carta, la quale dovrebbe essere leggermente più spessa di quella normalmente utilizzata, proprio per mantenere una certa rigidità strutturale. Ve ne faccio vedere uno di semplice:
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Origami speciali

Questi due tipi di origami li classifico come speciali, poiché non possono rientrare né nella categoria delle tecniche, né in quella dei normali origami, quindi ecco due tipi molto speciali di origami:

-action origami
Questi creasepatternicamente semplici origami sono dei maledettissimi rompicapo per le vostre dita ed il migliore modo per rimediare vitto e alloggio gratis nel più vicino ospedale psichiatrico, infatti dopo aver passato qualche ora (in realtà molte di più) a piegare il CP, vi trovate di fronte ad un foglio strapieno di pieghe e dovrete farlo collassare, collapse in inglese: se tutto va bene una delegazione divina composta nell’ordine da Spongebob, Buddha e Gesù discenderà accanto a voi pregandovi di smetterla di bestemmiare; alla fine dovreste avere in mano un origami che se premuto, tirato o comunque manipolato, cambierà forma o qualcosa del genere. Per darvi un’idea vi metto qua sotto un video di uno dei più famosi action origami, nonché l’unico che mi sia riuscito:
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Vi posso assicurare che s’impazzisce per crearlo, ma una volta in mano quella roba è assolutamente fantastica![/more]

-tessellation origami
La tassellazione di un foglio di carta è cosa ardua e laboriosa: le pieghe saranno strettamente interconnesse, e tutto il foglio di carta sembrerà una ragnatela. L’obbiettivo di una tassellazione è quello di riempire tutto il piano del foglio con una o più figure che, ripetendosi, creano una specie di disegno sulla superfice. Le due tipologie principali sono quella geometrica e quella floreale. Personalmente non li reputo interessanti a causa della loro scarso rapporto complessità per tempo da impiegare fratto soddisfazione data dal risultato. Giusto per completezza d’informazione eccone uno:
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Notate che la magic ball del video qua sopra. è una tassellazione a tutti gli effetti.

La gru

Dopo avervi tediato così a lungo, con pieghe, simboli e basi, non potevo esimermi dal proporvi di mettere in pratica quanto vi ho cercato d’insegnare insegnato: ecco a voi l’origami per eccellenza, il simbolo di tutto ciò che è carta piegata:la gru!
Chiunque tenti di appropinquarsi [Obbiettivo sbloccato: utilizzato in un articolo, almeno una volta, la parola “approprinquarsi”] a quest’arte deve immancabilmente passare per questo modello; e quindi è con immenso piacere che inserisco il suo diagramma:
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Esorto chiunque, in special modo coloro che pensano di non potercela mai fare a causa delle proprie mani di merda pasta frolla, a creare la gru, con calma, seguendo le istruzioni.
Mi raccomando, però: non andate in ragequit!
D’ora in poi in ogni articolo di [Origami] inserirò il diagramma di un origami selezionato per voi, inetti neofiti origamisti (dopo questo articolo lo sarete tutti), cercando di essere graduale con la difficoltà; vedetela come una sfida.

Curiosità

Dopo tutta questa pappardella, a qualcuno sarà sicuramente rimasto il dubbio: “EkV! Maccheccazzo è quell’aborto di origami all’inizio?”
Ebbene, dovete sapere che quel semplice quadrato di carta, piegato a metà, e per giunta nemmeno parallelamente ad un lato, è l’origami tecnicamente più facile e con meno pieghe del mondo: è il famoso One Fold Stegosaurus, creato da quel genio di Joseph Wu. Esatto! È uno stegosauro, tornate all’inizio del post -per la gioia della vostra scroll-wheel- e vedrete che è così!
Per quanto riguarda la citazione, è farina del mio sacco: è la frase più demotivante che un origamista possa sentire, e io l’ho sentita troppe volte.

Forse la semplicità e la banalità di questi origami vi può aver annoiato, ma vi prometto che dal prossimo articolo comincerò a fare veramente sul serio!

Fonti:

tanta esperienza personale, sia per la frase che per l’articolo in sé;
la wiki per le immagini presenti in “Le pieghe” e in “I diagrammi”;
la pagina di Hideo Komatsu nella sezione “Crease Pattern”;
origami mauro per le immagini presenti in “Le basi”;
il gattino viola l’ho preso da qui;
il maiale da qui;
il cubo modulare da qui:
da qui proviene la tassellazione;
questa pagina per il diagramma della gru;
il one fold stegosaurus è stato piegato da tale Tavin.

Piega e Spiega è la rubrica a cura di @EkV sul mondo dell’origami.

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