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L’unità 731

L'Unità 731

Shiro Ishii, il simpatico baffetto che vedete nell’immagine qua sopra, biologo esperto in batteriologia, è l’ideatore e capo della purtroppo famosa Unità 731, che dal 1936 al 1945 cercò (e IMHO ci riuscì) a superare in crudeltà le peggiori azioni dei medici nazisti.

Attenzione: il post tratta di torture e argomenti macabri, a voi la scelta se proseguire o meno nella lettura!

 

Quella che ufficialmente doveva essere un’operazione di purificazione delle acque nascondeva in realtà una serie di strutture incaricate di studiare e testare armi chimiche e biologiche.

Quella che ufficialmente doveva essere un’operazione di purificazione delle acque nascondeva in realtà una serie di strutture incaricate di studiare e testare armi chimiche e biologiche, in barba alla Convenzione di Ginevra che il Giappone aveva sottoscritto pochi anni prima.

Portati avanti principalmente nel campo di Ping Fang, in Cina, gli esperimenti raccapriccianti guidati dal generale Ishii consistevano principalmente nell’infettare le cavie umane, raccolte come prigionieri nelle città cinesi, con ogni tipo di arma batteriologica e chimica fino ad allora conosciuta o in sperimentazione, senza curarsi di ucciderle o per lo meno sedarle durante quelle che diventavano così vere e proprie vivisezioni, in quanto la decomposizione dei corpi in esame avrebbe compromesso l’esito delle verifiche.

Venivano gettati nei villaggi poverissimi abiti e derrate contaminate, per poter studiare su larga scala gli effetti generati, principalmente veicolati tramite l’utilizzo di pulci infette. Epidemie di colera, peste bubbonica , vaiolo furono scatenate dall’Unità 731(ma non solo).

Le atrocità perpetrate a danno dei prigionieri, da lattanti a donne in gravidanza, ad anziani, senza particolari riguardi, consistevano anche in ben peggiori trattamenti, come la chiusura dei soggetti in camere sottovuoto, la privazione di acqua e cibo, l’iniezione endovenosa di sostanze estranee, dall’urina di cavallo all’acqua marina, per studiarne gli effetti.

Alcuni vennero congelati vivi, parzialmente o totalmente, per vedere cosa accadesse ai tessuti, o brutalmente ustionati.
L’incubo ebbe fine con l’intervento alleato che nel 1945 liberò la Manciuria dai Giapponesi.

L’incubo ebbe fine con l’intervento alleato che nel 1945 liberò la Manciuria dai Giapponesi, in seguito al quale il generale Shiro Ishii ordinò di bombardare gli insediamenti, ma molte delle strutture erano state talmente ben costruite che resistettero praticamente illese, tanto che alcune sono tutt’ora aperte al pubblico.

Considerando i risultati delle sperimentazioni quasi nessuno dei responsabili fu mai processato per tanta atrocità ma, anzi, alcuni dei medici implicati fecero successo nell’industria farmaceutica giapponese.

Gli stessi risultati permisero ai russi di elaborare armi batteriologiche all’antrace nel corso della Seconda Guerra Mondiale e quello che doveva rimanere un segreto nascosto per sempre fu portato a conoscenza del resto del mondo in tempi brevi.

Questa terribile storia ha ispirato il film “Men behind the sun” di Tun Fei Mou, del 1988, che vi consiglio di vedere se volete saperne di più.

[edit] questa recensione informa sulla durezza delle scene presenti nel film e precisa che due scene sono state girate senza l’ausilio di effetti speciali, purtroppo.

 

 

Documentario: Live-body Test Lab 731: Forgotten Holocaust in Asia

 

 

Fonti

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