11/05/2011 – Terremoto a Roma

ORE 3.42, scatta il panico a Roma.
Letti che si muovono, lampadari che tremano, finestre che sbattono.
E poi edifici che crollano come neve al sole.
La zona più colpita è il centro della città, ma il terremoto lo hanno avvertito, e temuto da diversi giorni, praticamente tutti. Dalla pianura padana alla Sicilia una serie di onde si è propagata per tutta la penisola.
Ma tornando a Roma, dai Parioli al Tuscolano, dalla Garbatella al Nuovo Salario, dall’Ardeatina a San Giovanni, la terra ha un primo sussulto. La gente sbalza dal letto.
La terra sussulta ancora, per 42 interminabili secondi.
Chi si nasconde sotto a un tavolo, chi si copre con alcuni panni, chi si riversa in strada, chi decide di dormire in macchina.
Urla, lacrime, antifurti che suonano, telefonini che squillano all’ impazzata. Il sonno se ne va e lascia il posto alla paura.
«Ho avuto una paura folle – racconta Gino, sopravvissuto che abitava alla Garbatella – anche perché ero all’ottavo piano e la scossa è stata davvero tremenda. Sono stato fortunato, sono corso direttamente in macchina e sono fuggito. Mi sono fermato in una rotonda che mi sembrava sicura perché non c’era niente intorno e ho aspettato lì fino alle 6, quando la radio ha detto che l’epicentro era nei pressi dell’isola tiberina. Solo allora mi sono reso conto della catastrofe».
Dalla Garbatella ai Parioli. Anche qui i pochi sopravvissuti si sono precipitati in strada.
Viale Parioli, piazza Euclide, gremiti di gente terrorizzata in pigiama.
Sporchi di sangue e calcinacci, chi si trascinava, chi urlava, in tanti a piangere.
«A casa mia tremava tutto – spiega Graziella – all’inizio alcuni libri sono caduti dalle mensole poi ci siamo affacciati dalla finestra, era tutto illuminato ma non dalla luce normale dei lampioni, il fuoco, il fumo… viale Parioli era piena di gente: abbiamo cercato di scendere anche noi, ma la nonna ha voluto restare nel suo letto. Con le lacrime agli occhi, una volta in strada al freddo, abbiamo assistito all’inimmaginabile. I palazzi che sembravano fatti di sabbia!».
Una scossa alle 3.42, che dura 42 secondi, di magnitudo 8.3 della scala Richter e Roma non è più Roma.
«Mi sono svegliata di soprassalto – dice Simona che vive al Nuovo Salario – ho sentito il letto di mia figlia battere contro al muro e poi ho capito. Non sapevo che fare, ci siamo riparati sotto alle coperte aspettando che passasse, per fortuna vivo in una casa con la struttura in acciaio, costruita di recente. Solo dopo siamo scese in strada, i cellulari tutti morti. Solo pochi palazzi erano ancora in piedi, mi sembrava di essere in un’altra città.»
Oggi, a 11 ore dall’evento che ha sconvolto la città eterna non si parla di altro nelle strade della capitale, attrezzate a tendopoli.
«Stavo dormendo e ho sentito il tonfo di uno specchio che cadeva e si rompeva in mille pezzi – con gli occhi gonfi di lacrime ci racconta Gionny, residente al quartiere Africano – Subito ho pensato ai ladri, poi ho capito. Non ci ho pensato un secondo, sono sceso per le scale: piazza Sant’Emerenziana era piena di gente, tutti che correvano verso le aree libere come parcheggi e parchi. Il mio coinquilino non so dove sia, non so se si è svegliato».
Anche se i servizi telefonici azzerati, la polizia, carabinieri e vigili del fuoco si sono mobilitati fin da subito ma vista l’entità del fatto, sono partite richieste all’Unione Europea, USA, Nato e chiunque possa aiutare fisicamente ed economicamente.
Simboli come il Pantheon e il Colosseo sono ormai ricordi. I Fori Imperiali e tutta la grandezza di Roma svaniti in 42 secondi.
Ma quello che realmente si teme in queste ore di angoscia è il fato delle alte cariche dello Stato Italiano e Vaticano rimaste coinvolte nella tragedia. Da quello che si apprende che alcune alte cariche dello Stato ed un insieme non ben definito di politici, erano ancora fuori sede dopo aver partecipato ad una conferenza. Ignoto ancora il destino del Pontefice.
Attualmente l’Esercito ha istituito una no-fly-zone ed una quarantina di posti di blocco su tutta l’area della capitale, per evitare isterie, sciacalaggi fino a possibili attacchi terroristici.
Chiuse le autostrade che da Roma portano in direzione Napoli, dove pare che il Vesuvio abbia aumentato la sua attività di circa il 1200%, in Abruzzo e in Toscana. Il Tevere ha esondato in diverse aree della città e dagli ultimi calcoli, il Sisma di Roma ha spostato l’asse terrestre di altri 65cm, peggio che in Giappone il mese scorso.
Nessuno vuole pronunciarsi sul fatto che da mesi si era prevista questa catastrofe, perchè ora è il tempo di piangere i defunti e cercare di ricongiungere le famiglie.

A cura di E.R.

Nel more trovate una foto piuttosto cruda della catastrofe.
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Il testo è di mia invenzione sotto pseudonimo E.R., pirloni! :D
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Poi non dite che non ve l’avevamo detto!
:ln: sempre in anticipo su tutto.
In Giacobbo we trust.

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