Quattro chiacchiere sui robot

LEGANERD 040599

Thank you… you said “someone”, not “something.”

Un robot è un agglomerato di componenti elettromeccanici in grado di eseguire azioni più o meno complesse in base a quanto il team di progettazione ha bevuto prima di iniziare a lavorare (Ballmer Peak :rofl: ).
Queste azioni possono essere controllate da un’intelligenza artificiale – sì, fetentissimo spybot di Google, sto parlando di te! – oppure possono essere guidate attraverso una pre-programmazione di eventi inserendo le opportune informazioni all’interno di microcontrollori adibiti a comporre il “cervello” della macchina. Non sono per definizione robot, quindi, tutte le apparecchiature che hanno bisogno di un'azione diretta e contemporanea dell’uomo e che non possono fare “scelte” di propria iniziativa.
(S)Fortunatamente libri, giornali, film e media hanno trasformato l’immagine popolare del robot in una macchina antropomorfa, dalle sembianze animali o umane, impedendo alla persona comune di apprendere l’ampiezza e la complessità di questo argomento e creando così una forte disinformazione.

Il robot non è necessariamente una macchina bipeda dalle sembianze umane. Esso è anche un braccio meccanico che può trasportare oggetti pesantissimi, un aereo spia fornito di tecnologie di rilevazione, il pulitore che tua_mamma® ha comprato l’altro ieri.
Ad oggi, infatti, esiste una quantità incredibile di robot diversi, divisi per categorie in base al compito specifico che devono eseguire. Vengo usati nell’industria metalmeccanica, in catene di montaggio, nell’industria cinematografica, in medicina e così via.
Persino nel web esistono dei robot – i cosiddetti bot – che gestiscono wiki, motori di ricerca e molto altro ancora. Questi, pur essendo solamente dei programmi, sono considerati dei sistemi più o meno senzienti e quindi rientrano nella categoria.

L’uomo, da un po’ di anni a questa parte, sta cercando di sfruttare le conoscenze acquisite nei campi scientifici per migliorare significativamente la propria vita. I robot sono parte di quelle informazioni trasformate in realtà. Tuttavia, la realtà non supera ancora la fantasia e ci vorranno ancora 39 anni perché venga a formarsi la categoria dei robofili.

Curiosità: vi siete mai chiesti perché utilizziamo la parola “Robot” per descrivere questo tipo di macchine?
La parola “Robot” proviene dalla parola ceca “robota” – lavoro pesante – e venne introdotta per la prima volta dallo scrittore Karel Capek, il quale decise di nominare gli androidi presenti nel suo dramma “I robot universali di Rossum” in questo modo. Da notare che in realtà fu il fratello Josef a suggerirgli la parola e che quindi ne fu l’effettivo creatore. Successivamente, Asimov coniò il termine “Robotics” (Robotica), scatenando le fantasie del mondo civilizzato e non.
Se siete nerd, avete letto Asimov. Se non lo avete fatto, sceimoniu! Ma come, state ancora leggendo quello che ho scritto?! Correte ad arraffare il Ciclo dei Robot. ORA!

Link di approfondimento:
Robot
I Robot Universali di Rossum

[more]Ieri mi è stato comunicato ufficialmente che parteciperò all’edizione 2011 della Robocup ad Istanbul. Aspettatevi quindi un paio di articoli di approfondimento ed un resoconto completo dell’evento :) [/more]

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