Android: dimmi come ti chiami e ti dirò dove sei

Dal blog di Stefano Quintarelli un’interessante approfondimento della questione legata alla raccolta di informazioni di localizzazione da parte dei terminali (sia Apple iOS che Google Android).

In particolare fate un giro su questo sito: inserendo il BSSID (MAC address) del vostro router WiFi vi restituirà il vostro indirizzo, più o meno preciso.

In qualche caso individua il numero civico corretto.

Come è ormai noto Android “registra” tre dati per ciascuna rete WiFi che individua:
+ MAC address
+ Potenza del segnale
+ Posizione (ricavata dal GPS se attivo o dalla triangolazione 2G/3G).

I dati (insieme con quelli raccolti dalle Street View Car di Google Earth) vengono integrati in un database globale il cui scopo è quello di semplificare/velocizzare la localizzazione dei terminali stessi: basta inviare il MAC e la potenza del segnale di una rete WiFi per ottenere la posizione, magari in attesa che il GPS agganci.

Di per sè, a parte il fatto che queste cose non vengono descritte con la dovuta chiarezza e tantomeno viene richiesta una esplicita autorizzazione, non sembra esserci nulla di male o vietato (il BSSID non è considerato un dato personale) ma qualcuno giustamente si chiede se incrociando questi dati con altri, in possesso ad es. di Google, non sia possibile ricavare ulteriori dati, questi sì personali, quali nome e cognome, indirizzo, contatti, abitudini etc.

A questo link uno script Python che permette di decodificare il file conservato sul cellulare.

Recentemente qui su :ln: abbiamo parlato del file di log delle posizioni mantenuto dai dispositivi iOS, peraltro in chiaro, mai cancellato e trasmesso sul PC/MAC cui cui effettua la sincronizzazione.

Infine, come era ovvio aspettarsi, anche Microsoft con Windows Phone 7 fa la stessa cosa.

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