Sucker Punch, la recensione definitiva

Si è parlato molto di questo film di Zack “paraculo” Snyder, sono già state fatte diverse recensioni, ce ne sono tante come questa, ma questa é la mia (paracit.) ed è, come al solito, la definitiva.
L’altra sera sono al pub con 3 amici , sorseggio un’acqua tonica con ghiaccio e limone quando uno di questi se ne esce con la frase ”RobyRani (il merd, ndr) dice che SP è un capolavoro…quindi forse è una cagata”, seguito da ”magari prima che tu parta andiamo a vederlo” (devo partire il 4 aprile, posticipato al 13), alché parte la mia controproposta indecente: ”dai, andiamo stasera” mancano 20 minuti, i ragaz si scolano la birra media in 2 minuti e ci proiettiamo al multisala.

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Eccoci qua, top posizione centrale, amici fidati al mio fianco, aspettativa di capolavoro > NULLA, ma fanculo, schermo gigante, poltrone comode, ti sorride la vita, si comincia.

Della intro s’è già detto tutto, ralenty come non vi fosse un domani, cover di “Sweet Dreams” degli Eurythmics e gran esercizio di stile di Zack che ci fa capire che sì, ok, qualcosa di cinema ci capisce, ma Zack, non ti stai ad inventare un cazoz, brutto stronzo, mi sembra di rivedere Sin City, però un po’ più a colori, ma OK, 6 minuti godibili.
Poi?
Il disastro, la tempesta perfetta, la fiera dello stravisto si svolge innanzi a noi.

Se c’è una cosa che non sopporto sono le rippate, le situazioni scontate, i dialoghi da quinta elementare e qui sembra che Snyder si sia fatto una check list di tutte le “figate” viste in giro tra film, anime, manga e compagnia bella e abbia cercato un pretesto per poterne fare un polpettone, e allora ecco qua il di tutto di più, con il “piccolo” problema che è tutta roba sdoganata, nella migliore delle ipotesi, 5 anni fa.

Ogni singola situazione/ripresa/inquadratura è una rippata da un classico dell’azione, in uno Snyder che gioca a fare il cugino scemo di Tarantino che si incula Rodriguez.
Ecco i ralenty alla Kill Bill con le stratozoccole manga style in formazione a triangolo che sfilano di fronte alla cinepresa, ecco lo steam punk, il fantasy, lo sci-fi, l’horror (forse non c’era, ma non se n’è accorto nessuno) il di tutto di più con l’unica nota positiva della situazione: la colonna sonora.
Ma ehi, non vi illudete, anche qui è la fiera del pezzo paraculo, la tracklist è composta da cover di pezzi iperclassici di facile presa:
01 Sweet Dreams (Are Made of This) – Eurythmics
02 Army of Me – Bjork
03 White Rabbit – Jefferson Airplane
04 I Want It All – We Will Rock You – Queen
05 Search and Destroy – Iggy Pop and the Stooges
06 Tomorrow Never Knows – Beatles
07 Where Is My Mind – Pixies
08 Asleep – The Smiths
09 Love Is the Drug – Roxy Music

In sostanza è come se Zack avesse preso tutti gli ingredienti delle ricette più paracule, dall’antipasto al dolce e li avesse mescolati tutti insieme nella stessa pietanza; risultato? il gusto monnezza.
Come quei sughi che non sai bene che cazoz fare allora parti dal soffritto e cominci a buttarci dentro di tutto e tutto perde il proprio sapore facendolo perdere a tutto il resto, lasciandoti lì con quell’aroma indefinito alla sacco della spazzatura.
Questa è la sensazione alla visione di S.P., alla fine non ti ricordi neanche che cazzo ci fosse dentro al sugo, identifichi solo il tipo di pasta che hai usato, vedi colonna sonora.

Eddai basta con ‘ste stronze che scendono da 23989 metri atterrando di ginocchio pieno (alla ghost in the shell/matrix), che l’unica volta che l’ho fatto involontariamente, in skate, da 1 metro di altezza, ho camminato come Frankenstein di Boris Karloff tracciando semicerchi apostrofati da bestemmie per 90 giorni consecutivi.
Eddai basta con le scene d’azione dove non si capisce un cazoz a parte > facciadatroia della protagonista > tette > culo > pistola > proiettile a rallentatore che lascia la scia > facciadatroia ancora > tette ancora > nemico che si becca in fronte il proiettile e dai ancora da capo con il pattern ma da angolazione diversa.
Eddai basta, dai, Zack, ‘sta roba la vedo da 20 anni, voglio qualcosa di nuovo!

Sfido chiunque lo abbia visto a ricordare più di 3 secondi consecutivi di film: zero (escludendo la intro).
Scene confuse, composizioni caotiche, postproduzione barocca e tamarra oltremisura, art direction schizofrenica.

In definitiva Sucker Punch è il negozio di fumetti stracolmo di gadget e action figure che brami da una vita, un bel giorno ti ci ritrovi dentro in pieno, ma finisci per tornare a casa a mani vuote.

voto: 5–
Che spreco.
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