L’Italia non è un Paese per giovani?
Sembra strano ma qui su LegaNerd dovrebbe esserci il futuro dell’Italia (mi tocco, ma non fateci caso ;-)): giovani, studenti, curiosi di tecnologia e innovazione in tutti i campi, ricercatori, insomma, la cosiddetta “parte sana della nazione”.
E allora prendo spunto da questa citazione ripresa in un post del blog di Quintarelli:
Secondo una studio della Population Action International, una società di ricerca statunitense, l’80% dei conflitti mondiali verificatesi tra il 1970 ed il 2000 sono avvenuti in nazioni dove il 60% della popolazione era sotto i 30 anni.
L’invecchiamento medio della popolazione è a quanto pare un freno alle rivoluzioni, agli scossoni radicali, ma non è detto che ciò sia necessariamente un male, cioè che non ci siano modi meno traumatici di cambiare le cose.
Poi però ci si mette anche la Banca d’Italia con l’ultimo intervendo del Governatore Mario Draghi:
[…]I salari di ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. La recessione ha reso più difficile la situazione. Il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30 per cento. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori, un fattore di forte iniquità sociale. Vi contribuisce fortemente la segmentazione del mercato del lavoro italiano, dove vige il minimo di mobilità a un estremo, il massimo di precarietà all’altro. È uno spreco di risorse che avvilisce i giovani e intacca gravemente l’efficienza del sistema produttivo.La propensione all’innovazione e la proiezione internazionale delle nostre imprese sono insufficienti a sospingere la crescita, in ultima analisi perché troppe imprese, anche di successo, rimangono piccole. I comportamenti degli imprenditori risentono anche di incentivi impropri a non crescere: un sistema fiscale con meno evasione e aliquote più basse favorirebbe la decisione di aumentare la dimensione dell’impresa.[…]
Se avete tempo leggetelo tutto, è molto interessante.
Insomma, ragazzi, tocca rimboccarsi le maniche e farsi sentire, mica per altro, ma per il proprio futuro.
A parte ovvie considerazioni tipo emigrare in massa e cose del genere, che ne pensate?