La musica di Ennio Morricone nel cinema di Elio Petri: intertestualità in “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”

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Il 1970 è il glorioso anno d’uscita di “Indagine su un cittadino al sopra di ogni sospetto”: il film raggiunse l’ottavo posto nella classifica degli incassi con 2 miliardi e 159 milioni.

Alle prime proiezioni la gente accorse spinta dalla curiosità per “il caso Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”.
In alcuni cinema di Milano e Roma furono aggiunte proiezioni extra per accontentare spettatori rimasti fuori dal cinema. Tutti volevano vedere quel film prima che fosse sequestrato e ritirato dalle sale: questo rischio esisteva, ed era forte.

Alle prime proiezioni tra il pubblico c’era chi applaudiva e chi rideva soddisfatto. Chi si identificava con lo studente rivoluzionario, sovversivo, chi con lo stagnino, altri con il poliziotto. C’era chi si sentiva al sicuro poiché vedeva che, “dalla cima del castello fin alle fondamenta”, il cittadino non era mai perso di vista.

Ci furono anche gruppi nell’estrema sinistra contestatrice che non lo apprezzarono: «c’era sempre qualcuno che voleva stare più a sinistra degli altri […]».

Ugo Pirro ricorda bene che Elio Petri per la parte del brigadiere di polizia si rivolse inizialmente all’attore Graziosi, il quale rifiutò. La motivazione addotta era che non intendeva rivestire il ruolo di un poliziotto in un film in cui si inneggiava alla polizia. La lettura della sceneggiatura indubbiamente non gli aveva fornito un’idea comprensibile dei contenuti del film.

Le conseguenze, per i contenuti manifesti del film, preoccupavano quanti avevano avuto modo di leggere parte della sceneggiatura e coloro che videro il film alle private visioni organizzate con grande eccitazione dal regista.

Gli autori erano gli unici che, nel fervore della realizzazione, non sembravano essersi resi conto dei pericoli a cui andavano incontro.
Il film, insomma, si preannunciava una vera e propria bomba.

Alla fine la censura si limitò ad imporre il veto per la visione ai minori di sedici anni, il che era un modo per non complicare ulteriormente una fase già parecchio intricata: erano anni di crisi di governo e di problemi ve n’erano già tanti.

I numerosi premi e riconoscimenti che il film ha avuto in Italia e all’estero sono solo una conferma del grande successo che il pubblico gli ha decretato.
Oltre al ben noto Oscar vinto come miglior film straniero nel 1971, nello stesso anno vinse anche il Gran premio della giuria di Cannes.

Nel 1971 il film collezionò ben quattro Nastri d’argento: miglior regia, miglior attore protagonista a Gian Maria Volontè e due per il miglior soggetto originale alle due grandi penne di Elio Petri e Ugo Pirro; la loro sceneggiatura ebbe anche una nomination all’Oscar ed il premio ‘Edgar Allan Poe’ conferito dall’Accademia americana del poliziesco. Di quest’ultimo premio Petri fu particolarmente fiero: questo fatto lo lusingò ben più dell’Oscar poiché egli amava la scrittura tanto quanto il cinema e adorava scrivere racconti gialli.

Il soggetto di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” venne steso da Ugo Pirro in pochi giorni: l’idea gli era balenata in testa di seguito ad una visione reale, che aveva poi acceso la sua immaginazione.

L’aneddoto che U. Pirro confida si riferisce ad una sera quando egli di ritorno a casa si ritrovò imbottigliato nel traffico, in quella particolare circostanza gli rimase impressa la mossa audace di un prepotente guidatore che sorpassò tutta la fila invadendo la corsia opposta. Nulla di eccezionale il fatto in sé, ma quella scena gli si stampò in mente ed infiammò la sua immaginazione: al volante di quell’auto avrebbe potuto esserci, perché no, un poliziotto «al di sopra della legge» che, forte del suo potere, aveva colto l’occasione per darne sfoggio, non senza provare un qualche brivido di trasgressione, probabilmente. Un’immagine vivida, in una mente fervida, in un periodo storico vissuto con particolare tensione.

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