Nell’anno del signore


È il primo di una trilogia di film di Magni dedicati alla Roma papalina del periodo risorgimentale. A questo film seguiranno infatti “In nome del Papa Re” (1977) e “In nome del popolo sovrano” (1990), che proseguono sullo stesso solco. In questo capolavoro, come negli altri due film, viene raffigurata una Roma sottomessa e assuefatta al potere temporale della Chiesa, in un graffiante alternarsi di situazioni farsesche e drammatiche, che smascherano le ipocrisie del potere. Un film che, attraverso la falsariga della commedia, vuole far luce sugli aspetti meno edificanti del potere pontificio nel secolo XIX disegnando sarcasticamente una amara parabola sul potere più in generale.

Il film “Nell’anno del signore” uscito nel 1969 in Italia, consacrò Luigi Magni come uno dei migliori registi italiani ed ebbe un grandissimo successo di pubblico in Italia, grazie anche alla presenza di molti dei migliori attori sulla scena del tempo, tutti quanti superbi nella loro interpretazione, come Alberto Sordi, Nino Manfredi, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno e un non meno noto al pubblico degli anni successivi Pippo Franco.

Accenno alla trama (il film è tutto da vedere e non lo voglio svelare).
Nella Roma del 1825 sotto la dominazione dello Stato Pontificio, i movimenti carbonari cercano di dare uno scossone alla situazione politica, contestando il potere dei preti e cercando di dare spunto al Popolo per una rivoluzione che possa portare la “Libertà” e la democrazia in stile illuminista e risorgimentale.

I due spezzoni di film, che ho deciso di mettere sotto il titolo, sono delle parti di dialoghi che tutt’ora sono contemporanei e sempre bellissimi da ascoltare ed, in particolare il primo con Alberto Sordi, evidenzia le differenze tra le due realtà della chiesa, quella politica ricca ed assuefatta al potere e quella più povera che crede sul serio nei dogmi.

Curiosità sotto mostra approfondimenti:

[more]• In Piazza del Popolo, addossata alla caserma e postavi all’inizio del Novecento da un’associazione libertaria, c’è una targa alla memoria dei due carbonari raccontati nel film. All’uscita dalle sale il pubblico romano faceva la fila per andare a vedere questa targa.
• Il successo del film fu tale che i cinema di Roma provarono per la prima volta le proiezioni all’una del mattino, con grande successo.
• La scelta del cast fu più complessa di quanto possa sembrare. Il regista avrebbe voluto scegliere attori semisconosciuti ma la produzione, preoccupata per i contenuti anticlericali del film, gli chiese di inserire almeno un nome noto. La scelta era caduta su Nino Manfredi ma non sembrava sensato inserire un unico attore noto in un film con tanti ruoli di primo piano. Si decise così di scritturare attori noti per tutti i ruoli di spicco.
• (come segnalato da Schroedinger_s Cat) La canzone dei carbonari è stata omaggiata anche da Fabrizio De Andrè in un suo concerto. La registrazione si trova sul cd venduto con la rivista anarchica A intitolato: “Ed avevamo gli occhi troppo belli”. Curiosità: De Andrè non si ricordava il testo…[/more]

Bisogna inoltre segnalare un primato di “Nell’anno del signore”: fu infatti il primo film della storia ad uscire in Italia nel 2006 in versione DivX su una chiavetta, in scatola formato Dvd.

Per maggiori informazioni, la pagina di Wiki e MYmovies.

Un ulteriore consiglio: guardatelo! Merita veramente…

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