Charles Bukowski

Sulla via per l’inferno c’è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine.

Biografia
Charles Bukowski, nome di battesimo Heinrich Karl Bukowski naque ad Andernach il 16 agosto 1920 da madre tedesca e padre americano, la sua infanzia fu molto dura, passata tra le difficoltà economiche, a causa della Grande depressione, il padre violento e la discriminazione degli altri bambini a causa del suo forte accento.
Dopo essersi diplomato alla Los Angeles High School, frequentò il L. A. City College per due anni, seguendo corsi di arte, giornalismo e letteratura. Mentre studiava là, si associò brevemente con un gruppo di nazisti, il German-American Bund, che poi sfottè ampiamente in Panino al Prosciutto. Per un po’ frequentò anche l’estrema sinistra, per questo leggete A Sud di nessun Nord.

Al L.A. City College, poco prima che cominciasse la seconda guerra mondiale, mi atteggiavo a nazista. Distinguevo a fatica Hitler da Ercole e non poteva importarmene di meno. Era soltanto lo stare seduti a lezione e sentire tutte le prediche patriottiche su come dovremmo andar lì e fare del nostro meglio, mi vennero a noia. Decisi di diventare l’opposizione. Non mi prendevo il tempo neppure per informarmi su Adolf, semplicemente sputavo qualsiasi cosa che pensavo fosse malvagia o bestiale.

Nel 1944 venne pubblicato per la prima volta sulla rivista Story con il racconto Aftermath of a Lenghthy Rejection Ship
Non riuscendo però a sfondare nel mondo letterario, Bukowski si rassegnò e smise di scrivere per un decennio, un periodo che lui ha chiamato “una sbronza di dieci anni”.
Ciò comunque rappresentò la base dei suoi scritti futuri, anche se lui stesso affermava che spesso mischiava la realtà con l’immaginazione.
Nel 1955 a seguito di una ulcera perforante quasi fatale ricominciò a scrivere poesie.
Nel 1962 rimase profondamente traumatizzato dalla morte di Jane Cooney Baker, il suo primo vero amore, molti la considerano il suo più grande amore e la sua musa più importante.
Nel 1967, cominciò a scrivere Notes of A Dirty Old Man (Taccuino di un vecchio porco), pubblicandolo a puntate su vari giornali underground di Los Angeles.
Nel 1969 accettò un’offerta dall’editore della Black Sparrow, John Martin: 100 $ a settimana per tutta la vita. Decise perciò di lasciare il lavoro alle poste per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Aveva quarantanove anni. Come spiegò in una lettera di quel periodo:
Avevo solo due alternative – restare all’ufficio postale e impazzire… o andarmene e giocare a fare lo scrittore e morire di fame. Decisi di morire di fame.

Meno di un mese dopo finì il suo primo romanzo autobiografico, Post Office, che lo rese celebre. Come forma di rispetto per la fiducia in uno scrittore relativamente sconosciuto, Bukowski pubblicò quasi tutti i suoi lavori successivi con la Black Sparrow.
Grazie alla fama crescente cominciò a imbarcarsi in una serie di storie di una notte e di relazioni. Quelle più importanti furono con Linda King, poetessa e scultrice, Liza Willams, manager degli studi di registrazione, e “Tammie”, madre single dai capelli rossi. Tutte queste storie fornirono materiale per i suoi racconti e le poesie. Un’altra importante relazione fu con “Tanya”, descritta in Donne come un’amica di penna.
Nel 1976 incontrò Linda Lee Beighle, proprietaria di un ristorante di cibo salutare, aspirante attrice e devota di Meher Baba, leader di una setta indiana. Due anni dopo si trasferì dalla zona dell’Est Hollywood, dove aveva vissuto per la maggior parte della vita, alla comunità rurale di San Pedro, il distretto più a sud di Los Angeles. Linda lo seguì e vissero insieme a intermittenza per più di due anni, perché lui a volte si stancava della relazione e la metteva alla porta. Dopo una serie di scioperi della fame e preghiere disperate ci ripensò e la riprese con sé. Linda è chiamata Sara nei romanzi Donne e Hollywood! Hollywood!. Bukowski, scrivendo di lei, dice che gli ha regalato altri dieci anni di vita (perché l’ha obbligato a bere un po’ meno e solo vino). In seguito furono sposati da Manly Palmer Hall, autore e mistico canadese, nel 1985.
Nel 1988 si ammala di tubercolosi, ma continua a scrivere e pubblicare libri fino a quando, il 9 marzo 1994 muore, stroncato da una leucemia fulminante, a San Pedro, poco dopo aver completato il suo ultimo romanzo, Pulp. I funerali furono officiati da monaci buddisti. Un resoconto della cerimonia può essere trovato nel libro di Gerald Locklin, Charles Bukowski: A Sure Bet.
La sua lapide recita: “Don’t Try”, una frase che usa in una delle sue poesie, consigliando gli aspiranti scrittori e poeti riguardo l’ispirazione e la creatività. Bukowski spiega la frase in una lettera del 1963:

Qualcuno in uno di questi posti… mi chiese: “Cosa fai? Come scrivi, come crei?” Non lo fai, gli dissi. Non provi. È molto importante: non provare, né per le Cadillac, né per la creazione o per l’immortalità. Aspetti, e se non succede niente, aspetti ancora un po’. È come un insetto in cima al muro. Aspetti che venga verso di te. Quando si avvicina abbastanza, lo raggiungi, lo schiacci e lo uccidi. O se ti piace il suo aspetto ne fai un animale domestico.

Le opere
(Copiato spudoratamente da Wikipedia)
Bukowski pubblicò numerosissimi scritti in piccole riviste letterarie e con piccoli editori, dai primi anni ’40 fino ai primi anni ’90. In seguito la Black Sparrow Press (ora HarperCollins/ECCO) ripubblicò tutto in volume.
Bukowski riconosce l’influenza sulla sua scrittura di Anton Chekhov, James Thurber, Franz Kafka, Knut Hamsun, Ernest Hemingway, Henry Miller, John Fante, Louis-Ferdinand Céline, Robinson Jeffers, Fedor Dostoevskij, D. H. Lawrence, Antonin Artaud, E. E. Cummings.
Il suo nome è stato spesso associato al movimento della Beat generation a causa del suo stile informale e dell’atteggiamento anticonformista verso la letteratura, ma lui non si è mai identificato come un “Beat”.
Spesso parlò di Los Angeles come del suo soggetto preferito. In un’intervista del 1974 disse:

Vivi in una città tutta la vita, e arrivi a conoscere ogni puttana all’angolo e metà di loro le hai già scopate. Hai il menabò, la struttura, dell’intera zona. Hai una foto di dove sei… Essendo cresciuto a Los Angeles, ho sempre avuto il sentimento geografico e spirituale di essere qui. Ho avuto il tempo di conoscere questa città. Non vedo altro posto che L.A.

Un critico ha descritto i suoi libri come “una pittura dettagliata di certe fantasie maschili tabù: lo scapolo disinibito, solitario, antisociale, e totalmente libero”, un’immagine a cui tentò di conformarsi con occasionali letture pubbliche di poesia in cui si comportava da pazzo, e con un modo di fare scandaloso alle feste.
A partire dalla sua morte nel 1994, sono stati pubblicati molti articoli e libri sia sulla sua vita che sui suoi scritti. Il suo lavoro però ha ricevuto relativamente poca attenzione dai critici accademici.
HarperCollins/ECCO ha continuato a pubblicare nuove raccolte delle sue poesie, prelevandole dalle migliaia di lavori pubblicati sulle piccole riviste letterarie. L’uscita del 2007, The People Look Like Flowers At Last, conclude questo progetto: tutto ciò che ha scritto Bukowski (e che non ha distrutto lui stesso, come ha raccontato a Fernanda Pivano), è disponibile ora al grande pubblico. Bukowski stesso decise di pubblicare postume alcune di queste opere, un po’ per giocare con la morte, com’è nel suo stile.

Film
Storie di ordinaria follia (1981) di Marco Ferreri. Il film è tratto dall’omonima raccolta di racconti. Ben Gazzara interpreta Charles Serking, un personaggio vagamente ispirato alla sua opera. Il film, lento e duro, non ha mai avuto un gran successo, e Bukowski – anche se amico di Gazzara – incolpò la performance dell’attore protagonista.
Barfly (1987), di Barbet Schroeder. Questo film si può considerare almeno in parte un’opera di Bukowski, visto che lui ne scrisse la sceneggiatura (che si può leggere con il titolo di L’ubriacone). Mickey Rourke interpreta Henry Chinaski, il nome che Bukowski usa per sé stesso in tutti i suoi libri, mentre Faye Dunaway è la sua amante. Sean Penn si offrì di recitare la parte di Chinaski per 1 $, ma Bukowski vide Rourke pronto per la parte e pensò che era perfetto. Il suo romanzo Hollywood! Hollywood! Racconta tutti i problemi della realizzazione di questo film. L’autore appare in un cameo, come cliente del pub.
Crazy Love (1987), diretto da Dominique Deruddere. Basato sulla storia di Bukowski Copulating Mermaid of Venice, California, e in parte su Panino al prosciutto. Il film racconta la storia della vita di un uomo attraverso tre nottate, vissute nell’arco di vent’anni. Crazy Love è stato indicato da Bukowski come il suo adattamento preferito.
Lune Froide (1988, titolo inglese: Cold Moon) diretto da Patrick Bouchitey. Il film è una versione modificata di Copulating Mermaid of Venice, California. È stata distribuita anche un’altra versione più lunga, nel 1991, con lo stesso titolo, ma questa volta includendo anche alcune parti da Storie di ordinaria follia.
The Man with the Beautiful Eyes (1999), cortometraggio d’animazione basato sull’omonima poesia. Ha vinto diversi premi tra cui il BAFTA come miglior cortometraggio d’animazione.
Bukowski: Born Into This (2004), documentario biografico che ha ottenuto ottime critiche. Sean Penn, Tom Waits e Bono Vox, amici di Bukowski, appaiono nel film.
Factotum (2004), diretto da Bent Hamer. Adattamento del romanzo Factotum, il film fu premiato al Kosmorama film festival di Trondheim, Norvegia. Matt Dillon interpreta Henry Chinaski.

Considerazioni personali
Bukowski è sempre stato uno dei miei autori preferiti, il suo stile diretto, i temi trattati, la sua vita in generale, li trovo molto affascinanti, forse è per questo che mi piacciono anche i libri di Palahniuk dato, che a grandi linee, sono molto simili nello stile.
Molti credono che Bukowski sia un autore nichilista, con una visione molto oscura del mondo, ma io credo che lui sia la personificazione dell’indipendenza, dire e fare quel catso che si pare.
Insieme a Douglas Adams lui fa parte della mia dicotomia bibliografica, Adams è l’irrealistico, Bukowski è la dura e cruda realtà.

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