Escape from the Planet of Robot Monsters

Riporto interamente l’ottimo Bazinga di Zamma:

-Escape from the Planet of Robot Monsters-

Correva l’anno 1989 e all’epoca avevo ben 7 anni. Mio padre, tempo prima, aveva scalato la mia personalissima classifica dei Supereroi, portando a casa uno scatolo anonimo.
Questo scatolo conteneva un “affare” grigio. Dove si infilavano dei “cosi” a volte blu, a volte neri, a volte grigi, chiamati dischetti.
A questo “affare” venivano anche collegati in maniera arcana due supporti di controllo. Due scatoline nere con una levetta e un bottone rosso ciascuno. Li chiamavano Joystick (modello Albatros) e, scoprii tempo dopo, erano leggenda.

All’epoca, non potevo immaginare che la scritta AMIGA 500, presente sull’ “Affare grigio” avrebbe sicuramente contribuito (nel bene o nel male) a plasmare la persona che sono oggi. Quello che segue è il racconto del gioco forse più “epico” a cui abbia mai giocato. Un avventura, una storia, una miriade di emozioni che si inseguono, ripensando a quei giorni di vent’anni fa’.

La Trama:

Sul Pianeta X c’è un gran casino. Una razza aliena brutta e cattiva ha costretto la popolazione a lavorare come schiavi nella mega fabbrica di robot anni 50. Non solo! Hanno anche rapito la dottoressa, bionda et ficona, Sarah Bellum (lol)!
I due eroi, Jake e Duke, devono salvarla e eliminare quanti più alieni possibile sfuggendo alle maledette trappole dei robot.

1 o 2 giocatori.

Il Ricordo:

Cosa mi ricordo di questo gioco? Forse forse è stato il primissimo gioco con “il sangue” visto in vita mia. Morivi in dei modi orripilanti. Ti tagliavano in due, ti bruciavano vivo, ti facevano a pezzi, decapitavano e chi più ne ha più ne metta. Bellissimo. Poi ricordo anche che una volta arrivati all’ultimo mostro, scattava una sfida forsennata (ma proprio roba da odiarsi per tutta la vita) tra i due giocatori. Perchè? Vi illustro la scena.

La sala dell’ultimo mostro aveva in fondo una lastra di metallo. A questa lastra si dimena, urlante e incatenata, la bella dottoressa. Ora, una volta ucciso l’ultimo cattivo, bisogna liberarla! Ma solo il primo ad arrivare da lei potrà farlo, pregiudicando tutto il bel finale del gioco, tra l’altro molto romantico. Il secondo coglione, si attaccava solitamente al cazoz con gran bestemmiare tipico di un bambino di 7 anni, rimanendo con un palmo di naso anche dopo tutta quella fatica.

Spero che quanti più di voi lo abbiano almeno provato. Probabilmente, lo ricorderò finché avrò fiato in corpo.

AMIGA 500 FTW!!

Via Bazinga! :bazinga: Grazie a Zamma

DyrDoYouRemember è la rubrica che scava nei meandri della tua mente e riporta alla luce ricordi ormai sopiti da tempo.

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