Possibile cura dell’HIV con cellule staminali

Un uomo sieropositivo che ha ricevuto un trattamento con cellule staminali per curare la leucemia da un donatore con una resistenza naturale all’HIV sembra che sia stato curato dall’infezione secondo quanto riportato sul sito della NAM aidsmap. Il trattamento, che ha avuto inizio nel 2007, apre le porte alla speranza di una cura all’HIV grazie all’uso di cellule staminali geneticamente modificate.

Il donatore che ha fornito il midollo osseo per il trapianto ha una resistenza naturale all’HIV grazie all’assenza del corecettore CCR5 nelle sue cellule. Di solito l’HIV usa i CCR5 come una piattaforma per raggiungere le cellule target CD4 e quelli che hanno una mutazione genetica di una porzione del gene CCR5 chiamato CCR5-delta 32 omozigosi hanno un rischio più basso di essere infettati dall’HIV.

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Per capire meglio cominciamo con il ricordare che CCR5 è il recettore di superficie capace, con la sua variante delta32, di impedire l’accesso del virus alla cellula. Il CCR5 è un recettore, piccolo orpello fatto di glicoproteine, che si trova sulla membrana dei linfociti T. Proprio su questo va ad agganciarsi la particella virale presente nel sangue infetto e, solo dopo averlo contattato, il virus riesce a fare il suo ingresso nella cellula T. In realtà l’aggancio del virus con il CCR5 serve ad aprire la vera porta d’ingresso per il virus hiv sul linfocita T, il recettore CD4. Superata questa porta il virus inizia a replicarsi e l’infezione va avanti.

La variante del CCR5 chiamata delta 32, variante presente in una piccolissima percentuale delle popolazioni, presenta rispetto alla forma normale un’alterazione della catena proteica che impedisce l’aggancio tra il virus e il linfocita. Più nel dettaglio la forma (isotipo) delta 32 del CCR5 sbarra l’ accesso alla cellula perché rende impossibile il successivo contatto tra il recettore CD4 e il virus.

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Per un periodo di 38 mesi dal trapianto di cellule staminali il paziente ha continuato a ricevere un trattamento immunosoppressivo per prevenire il rigetto delle cellule stesse. Durante questo periodo, le cellule CD4 del donatore hanno ripopolato la mucosa del sistema immunitario dell’intestino del paziente e nel mentre sparivano le cellule CD4 dell’ospite. Dopo due anni il paziente presentava la conta delle CD4 pari a quella di un adulto sano della stessa età, ma senza infezione da HIV.

Il caso è stato riportato inizialmente alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections del 2008 a Boston. I medici di Berlino hanno pubblicato un caso dettagliato sul New England Journal of Medicine nel febbraio 2009 e adesso hanno pubblicato il seguito sul periodico Blood dicendo: “E’ possibile affermare che su questo paziente è stata ottenuta la cura dell’HIV.”

Il successo del trattamento potrebbe spianare la strada ad uno sviluppo di una cura per l’HIV tramite l’uso di cellule staminali geneticamente modificate. Grazie a ciò gli scienziati stanno provando a coordinare i propri sforzi per identificare donatori della variante del CCR5-delta 32 in modo da aumentare la disponibilità di questa mutazione genetica, mentre diversi gruppi di ricerca americani stanno ricevendo fondi per studiare delle tecniche di ingegneria genetica che permettano di ottenere questo tipo di cellule staminali direttamente in laboratorio.

La strada per la guarigione non è stata facile per il paziente, Timothy Ray Brown, un cittadino americano che vive a Berlino. Mentre veniva sottoposto al lento e faticoso trattamento per la leucemia ha subito due ricadute e due trapianti di cellule. Poi ha sviluppato un grave disordine neurologico che lo ha portato ad una cecità temporanea e a problemi di memoria. Ad ora è ancora sotto fisioterapia e terapia del linguaggio ma sembra vicino alla guarigione completa.

In un’intervista di questa settimana alla rivista STERN, quando gli è stato chiesto se avrebbe preferito vivere con l’HIV piuttosto che sconfiggerla in questo modo ha detto: “Forse. Forse sarebbe stato meglio, ma non mi pongo più questo tipo di domande.”

NdNet: visto ciò che ha dovuto sopportare il tizio e il suo commento, non saprei cosa potrebbe essere meglio.

Fonti:
Gizmag
Scienzita.it

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