Pneumatici di vimini per costruire Stonehenge

Forse Stonehenge custodisce un segreto in meno.

Una nuova teoria, suffragata da prove pratiche, sembra spiegare come sia stato possibile ai nostri antenati del neolitico trasportare pietre che pesano fino a 50 tonnellate. Ad elaborarla, come riferisce il Daily Mail, un ingegnere, ex presentatore della BBC: secondo Garry Lavin chi ha edificato Stonehenge si è servito di una sorta di grosso cesto di vimini, una specie di pneumatico preistorico, dentro cui per far rotolare gli enormi massi (alcuni provengono da colline a circa 30 km dal sito, altri addirittura dal Galles, a circa 200 km).

Secondo la ricostruzione di Lavin, il ‘cesto’ venne intrecciato attorno alle pietre tessendo rami di salice e ontano, creando una struttura leggera che può essere facilmente spostata da 4 o 5 uomini e che, afferma, sarebbe in grado di galleggiare. Lo strumento, inoltre, era completato riempiendo lo spazio tra il cilindro di vimini e la pietra con rami più sottili, in grado di aumentarne le performance: aiutano a distribuire il carico e danno elasticità, come un moderno pneumatico, e contribuiscono alla galleggiabilità. Lavin ha provato a testare le sue teorie, riuscendo a spostare con questo metodo, e con l’aiuto di alcuni assistenti, una grossa pietra da una tonnellata.

Molto interessante soprattutto l’articolo su DitaDiFulmine, corredato con altre foto e schemi.

Via APCom | DitaDiFulmine

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