Ecoballe

Ieri in radio:

continuano gli scontri nel campano per l’ emergenza rifiuti, a Terzigno notte di sommosse, camion dati alle fiamme, 6 poliziotti feriti…

Ora, non saprei quasi neanche da dove cominciare nella contestualizzazione, data la rabbia, ma andrò per gradi.

Per un motivo a me del tutto oscuro, le notizie degli ultimi giorni riportano come scenario degli avvenimenti il comune di Terzigno, il che mi fà seriamente credere che i giornalisti non sappiano davvero di cosa stiano parlando, a dire il vero, e che non uno di loro sia sia fatto una capatina qui giù, ma posso capire il ragionamento che adoperano:
Contro cosa si protesta?: L’ apertura della discarica (cava Vitiello)
Dove sorge?: a Terzigno
Chi insorge?: i Terzignesi…
Ma d’ altronde il belpaese con la disinformazione ci fà colazione pranzo e cena.

Ora cercherò quindi di rispondere IO alle 5 W:
Chi sta insorgendo?
Tale ridente comune di Boscoreale, e voi direte, ma cosa c’ entra? Ve lo spiego subito; il comune di Boscoreale vide già, tempo addietro la nascita di una prima discarica, ovviamente senza pochi problemi, il fatto è che la gestione politica al tempo, trovandosi di fronte alla scelta logistica per il sito indicò questa o quella area urbana (anche grazie al ragionamento: più vicini sono i comuni più facile è la raccolta) ma ai cittadini campani, già aventi l’ onore d’ ospitare il fiume più sporco d’ europa e 3 al mondo(fiume Sarno, io e Talde l’ abbiamo a pochi metri da casa) proprio non andava giù l’ idea di vedersi questa perenne fumata nera in domo, e il terrore delle esalazioni accese fuochi ovunque, qualsiasi comune fosse designato insorgeva all’ indomani, e dopo un brave tempo di testa a testa fra abitanti e forze dell’ ordine, giungeva un nuovo ordinamento che designava un altro comune, il quale non era certo disposto a sottomettersi, e forse per cura di se, o forse per orgoglio, faceva a simil modo del precedente.
Sperperati poi, fior di quattrini , in operazioni degne della SWAT, o forse resisi conto dell’ impossibilità della creazione di un sito di stoccaggio in area urbana la grande idea dovette essere:
ma perché non le appendici vesuviane, edilmente sgombere(area parco nazionale)”?
E qui nessuno spirito campanilistico insorse, nessun problema, se non qualche pugno di ecologisti. Ma si sa, che spesso i problemi vengono risolti (o si da a vedere di risolverli) non per il bene comune, ma per propaganda, e l’ emergenza rifiuti a Napoli “fù così risolta” ( O almeno quanto dissero, i marciapiedi napoletani io non li ricordo più sgombri da sacchetti).
Perché tale velenosa ironia? Perché per mostrare “L’ efficienza della macchina governativa” il problema fù presto risolto, le ruspe spianarono qui e li quella che sarebbe diventata la cava Sari, e l’ inceneritore fù inaugurato in pompa magna, come neanche il titanic, ma fece però la sua stessa fine.
Ahinoi, i partenopei non hanno tanta dimestichezza con la differenzazione dei rifiuti, e le nozioni ecologistiche basilari, pertanto la mole di rifiuti da NOI prodotta era effettivamente esosa, o quantomeno di sicuro sovrabbondante rispetto alle tonnellate giornaliere che il neo termovalorizzatore poteva comburre, ma questo gli enti addetti lo sapevano benissimo, lo sapevano i presenti al su detto varo.

Una buona domanda ora quindi sarebbe:
E dove finivano le tonnellate di immondizia non lavorate”?

Bhe, sapete, quando hai scopa e paletta è un conto, ma di sola ramazza la polvere si finisce per nasconderla sotto il tappeto, ed esattamente così fù. Per mesi all’ insaputa di tutti l’ immondizia in eccesso era coperta da terreno, e poi da altra immondizia, e ancora e ancora, in una parmigiana che si sarebbe dimostrata una bomba a orologeria di li a poco.

Bertolaso doveva essere convinto che sotterrando l’ indifferenziato d’ ogni tipo e dissotterrandolo qualche secolo dopo l’ italia avrebbe avuto dalla sua il petrolio evidentemente, e tutto il manto della cava ricorda proprio le scene viste ad aprile nella Luisiana, ma trattasi invece di simpatico perlcolato, che nei mesi estivi andava letteralmente in Ebollizione (preso in prestito da Talde)
Per sua sfortuna, il comune di bosco sorge proprio in grembo all’ area parco nazionale del Vesuvio, e qui, in fondo all’ italico stivale, superato giugno, stentereste a credere al tasso d’ umidità e alle temperature termometri alla mano , potete quindi immaginare quali fragranze allettavano la cittadina, immondizia in fermentazione, fragranza campana DOP.
Detto ciò è facile comprendere ed immaginare come l’ abbiano presa i boschesi alla notizia di una seconda discarica.
Il che ci riporta alla prima domanda, ma cosa importa loro se la discarica sorge a Terzigno?

Ebbene, è giusto dire che la discarica sorgerà a Terzigno, geograficamente è così, ma avete mai visto una foto satellitare che evidenzi i luoghi fin d’ ora citati?
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In quell’ area vivono ben più di 20.000 persone, tutti boschesi (Bosco comune di 25.000 abitanti circa) ed è in quell’ area che sorgono gli edifici pubblici, le scuole e le massime aree residenziali comunali.
E se volete proprio sapere perché tanto giustifico tale indignazione, sappiate che cava Vitiello, oltre ad essere la più grande cava in europa(ed ecco un altro simpatico record campano), è udite udite, sprovvista di termovalorizzatore!(Promesso dagli enti locali in tempo “relativamente brevi”!)
Se già la vecchia cava, ha rovinato i raccolti, decimato il bestiame, e… avvelenato le falde acquifere (Cosa risultata da test fatti da laboratori privati, di contro a quelli delle autorità che dichiaravano dai loro rubinetti fuoriuscisse ambrosia) nonostante vanti un inceneritore seppur insufficiente, provate ad immaginare gli effetti di questo colossale buco nero!

Nonostante quanto ora possiate udire, e nonostante, ne stiate udendo solo ora, sappiate che le proteste del comune di bosco, vanno avanti da circa un mese a questa parte, e ancora, nonostante quel che udiate ora, sappiate che inizialmente la loro era una protesta del tutto pacifica, basata anzi sulla non violenza, e nata con semplici striscioni.
Col tempo la cosa è cresciuta (a causa di mancanza di risposte e cambiamenti) e le madri vesuviane riunite in un comitato (che trovate qui), hanno iniziato ad occupare le scuole, e dal canto suo il sindaco ha iniziato uno sciopero della fame continuato in piazza (forse, anche per lavarsene un pò le mani e ingraziarsi il popolo, data la sua nullafacenza precedente, e dato anche il semplice fatto d’ esser tesserato a quel partito che questo ha voluto…)
Ma, fintanto che le madri occupavano le scuole, fintanto che i padri, facevano i turni in strada a manifestare, da sera a mattina, per poi, nonostante questo andare a lavoro ugualmente, l’ informazione non se n’ è curata, e se n’è ben guardata dal far trapelare notizie riguardo la pacifica cittadina che rivendica il suo diritto alla salute.
Ma nel frattempo, lo stato ha deciso la strada del pugno duro contro il comune ribelle, le strade hanno improvvisamente visto più militari che ciottoli(e vi assicuro che guidare tra un una fila d’ uomini armata di M16 è abbastanza assurdo), e i camion hanno iniziato ad essere scortati (tanto era la pressa statale) anche da forze private acquistate da paesi limitrofi ove queste operano dato l’ elevato tasso di criminalità.

Gli enti locali, e i piani alti dovevano esser fin troppo entusiasti d’ aver a disposizione questa cava da loro ritenuta “La miglior soluzione” (migliore per chi?) e bocciato a priori il retro-front, hanno spronato le forze impegnate ad azioni rapide ed incisive in repressione di questi “facinorosi”, già, perché il telegiornali vi parlano di poliziotti feriti, non di donne prese a randellate sul volto, armate di: macchina fotografica.
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Ma se un campano può sopportare la puzza, le malattie, e i soprusi, mal digerisce le aggressioni ai propri figli e mogli, e così è divenuta guerra aperta, o dovremo dire, difesa del fronte.
I Boschesi sono stati portati ad un punto di non ritorno, a cui non era loro intenzione arrivare, e si trovano, ogni giorno a difendere il loro diritto alla vita combattendo contro lo stato, che dovrebbe tutelarli.

La cosa assurda è che di una situazione così complessa come quella da me raccontatavi voi avete saputo dei Terzignesi, popolo violento e ribelle, in una volontà politica e mediatica di demonizzare questo popolo facendo leva sulla loro ubicazione geografica, e con la speranza di renderli agli occhi nazionali, affiliati camorristici (quando poi, la camorra in queste situazioni, e in questa storia ci sta andando a perdere).
Prego ogni giorno, che nessuna forza dell’ ordine malauguratamente perisca nel perimetro boschese, perché la sua martirizzazione giustificherebbe una mobilitazione ben più grande e l’ avvento di una forza immensa a fronteggiare 25.000 tra uomini donne bambini e anziani.

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