Università VS Tagli All’Istruzione

Volevo riportarvi la lettera del rettore della mia università che è stata spedita via mail, data in classe e appesa su ogni muro, per sapere se anche in altre università ci sono situazioni o proteste analoghe.

Cari studenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia,

nella veste di Preside della Facoltà dove state per cominciare, o per proseguire, la vostra
carriera scolastica, vi scrivo per informarvi su ciò che sta avvenendo nell’Università e che
riguarderà da vicino il vostro futuro in questa istituzione.
Oramai da tempo, è in corso una campagna mediatica, che descrive un’Università italiana
inefficiente e spendacciona, in mano ai baroni ed alle clientele, che tutto fa tranne
l’interesse del paese. Una storia che è facile da raccontare e facile da capire. Facile da
raccontare, perché non ci vuole molto a generalizzare, scegliendo opportunamente peso e
collocazione delle notizie, alcuni episodi di malaffare, non giustificabili, ma purtroppo
presenti. Facile da capire, perché le semplificazioni e le generalizzazioni esimono dalla
fatica di comprendere un meccanismo complesso e delicato, che è difficile migliorare
senza investire fatica e intelligenza. Pertanto, chi vuole far credere che ogni euro speso
nell’università potrebbe essere meglio speso altrove ha gioco facile, tanto più, se si
considera che gli effetti di un disinvestimento nell’istruzione e nella ricerca si
manifestano soprattutto nel medio e lungo periodo.

A chi denuncia i costi eccessivi, va ricordato che in una recentissima indagine OCSE
(Education at a Glance 2010) condotta su 33 nazioni, l’Italia si colloca al trentesimo
posto per spesa in formazione universitaria, misurata come percentuale del PIL. A chi
dipinge un’Università inefficiente e di scarsa qualità, bisogna ricordare che la ricerca
italiana, in termini di produzione scientifica, occupa stabilmente l’ottava posizione
mondiale (http://www.scimagojr.com/countryrank.php ), superata solo da nazioni che
investono assai più di noi in ricerca e sviluppo. Per inciso, mi fa piacere ricordarvi che la
Facoltà di Ingegneria di Pavia si colloca al primo posto nella classifica delle Facoltà di
Ingegneria italiane stilata nel 2010 dal CENSIS.

Con questa lettera mi appello alla vostra volontà di capire veramente cosa sta succedendo
nell’università, invitandovi a prendere visione del materiale disponibile sul sito della
Facoltà (http://www-3.unipv.it/ingegneria/commissione_denicolao/presentazionippt.php),
preparato da un’apposita commissione nominata dalla nostra Facoltà. In particolare, non
si può non riconoscere che:

– i provvedimenti governativi in materia finanziaria degli anni più recenti,
colpiscono pesantemente l’Università pubblica, rischiando di pregiudicarne la
funzionalità e ciò in un contesto socio-economico che invece dovrebbe fondare le
sue prospettive di crescita sullo sviluppo di una società basata sulla conoscenza; i
tagli insostenibili
al finanziamento pubblico agli atenei porteranno la maggior
parte degli stessi, già a a partire dal 2011, all’impossibilità di fare fronte alle
spese correnti
e, comunque, ad un’intollerabile riduzione delle prestazioni
didattiche e dei servizi agli studenti;

– a fronte della necessità di ridisegnare il sistema universitario italiano per farne un
moderno e adeguato attore dello sviluppo del nostro Paese, il progetto di riforma
(DDL 1905) attualmente in discussione al Parlamento pare fortemente
condizionato dalla preoccupazione che la riforma non comporti maggiori oneri
finanziari e non dà una soluzione adeguata e convincente al nodo fondamentale
che riguarda l’arruolamento delle giovani generazioni;

– a fronte delle numerose cessazioni dal servizio che si verificheranno nei prossimi
anni, i tagli dei finanziamenti all’Università, uniti ai limiti imposti al turn-over,
pregiudicano il necessario rinnovo del personale docente e ricercatore (sia in
termini di reclutamento che di progressioni di carriera), demotivando ed
espellendo di fatto dall’Università italiana un’intera generazione di giovani
studiosi il cui talento sarà costretto a mettersi al servizio di altri Paesi.

Nella nostra Facoltà, in segno di protesta, alcuni ricercatori avevano scelto la via
dell’indisponibilità a tenere lezioni, scelta del tutto lecita, non avendone essi alcun
obbligo di legge. Consapevoli del grave impatto che tale scelta avrebbe avuto sull’offerta
didattica, essi hanno accettato di garantire, in modo volontario e gratuito, la regolarità
delle lezioni, purché la Facoltà individuasse adeguate azioni dimostrative e divulgative
delle ragioni della la protesta. Questa lettera, e il materiale allegato, sono frutto del lavoro
della commissione formata a tale scopo.
Prima di lasciarvi agli approfondimenti, voglio sottolineare che l’intera Facoltà di
Ingegneria condivide senza riserve l’obiettivo di migliorare l’attuale università secondo
principi meritocratici e di efficienza, ma giudica inaccettabile l’uso strumentale di tali
principi a difesa di tagli indiscriminati e di provvedimenti legislativi che mettono in
pericolo la funzionalità dell’istituzione universitaria pubblica.

Colgo l’occasione per augurarvi un proficuo lavoro e per salutare cordialmente voi e le
vostre famiglie alle quali vi prego di estendere questo messaggio.

Qui la lettera in pdf sul sito.

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