Microsoft si spoglia per i russi

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Alcune settimane i giornali avevano pubblicato la notizia che Microsoft avrebbe aperto tutto il codice di Windows 7 al FSB, cioè al servizio federale di sicurezza russo.

Così dopo Facebook che sta trattando addirittura la cessione di alcuni brand a OAO Mobile TeleSystems e OAO Megafon – evidentemente con il placet dell’esecutivo USA – anche Microsoft avrebbe consegnato una parte dei gioielli di famiglia.

Da Redmond hanno confermato il buon fine delle trattative con diverse agenzie governative sovietiche, precisando che l’apertura dei codici “permetterà lo sviluppo di nuovi programmi per la cifratura dei dati”. Inoltre la consegna dei sorgenti non riguarderebbe soltanto Windows 7, ma si estenderebbe anche a Windows Server 2008, Office 2010 e SQL Server.

La cosa più sorprendente nel voltafaccia americano è che non molti mesi addietro Microsoft preferì uno scontro con l’Unione Europea, subendo la condanna a pagare un mucchio di quattrini per ogni giorno di ritardo, avendo ricusato di svelare anche solo in parte il codice della sua suite per ufficio.

D’altra parte non è neppure la primissima volta che il gigante di Redmond cede alle pressioni commerciali e alle superiori esigenze politiche del momento; infatti già nel 2002 aprì ai russi i sorgenti di Windows 2000, Windows XP e Server 2000.

Parimenti vengono rinfocolate le polemiche sui problemi di sicurezza, già sollevate da alcuni esperti nel settore, che temono la scoperta e l’uso di nuove falle tanto più pericolose quanto più nascoste.

Non sembra tuttavia condivisibile l’accusa di “irresponsabilità” scagliata contro Microsoft, perché quanto avvenuto è solo la punta di un iceberg di cui si ignorano completamente estensione e profondità; se di recente persino Google si è dovuta in qualche nodo piegare alle pressioni del governo cinese, di certo ci saranno state contropartite di natura economica, finanziaria e anche politica, solo in parte ipotizzabili da un’Unione Europea che da troppo tempo si trova costretta nell’angolo buio dei mercati internazionali o nel sottoscala della produttività.

Motivo di più – anche senza indulgere alle solite accuse di paranoia – per scegliere definitivamente ed esclusivamente software open source; ma chissà se, e quando, i governanti europei si sapranno sottrarre consapevolmente alle sirene di Microsoft.

L’ho trovato un articolo davvero interessante e quindi ho voluto girarvelo.
Fonte Zeus.it

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