Transnistria: il bazaar delle armi

Il bel post di clostridium sulla base sovietica dell’antrace, mi ha fatto tornare in mente, per associazione di luoghi, un bel servizio delle Iene di un paio di anni fa che parlava del non riconosciuto stato della Transnistria.

La Transnistria non c’è. Si può provare a cercare il nome di questo piccolo paese sui più dettagliati atlanti o sulle mappe della regione del Mar Nero, ma niente, non c’è.
Eppure sul fianco destro della Repubblica di Moldavia, dalle rive del fiume Dnestr fino ai confini con l’Ucraina, esiste fin dagli inizi degli anni’90 una sottile striscia di terra, che si considera a tutti gli effetti una nazione sovrana: settecentomila persone vivono in uno stato non riconosciuto da nessuna nazione del mondo, ma che ha una sua bandiera, un suo presidente, un suo governo, un suo parlamento, una sua moneta, un suo esercito e una sua polizia. Uno stato fantasma.

E’ l’unica repubblica sovietica ancora esistente al mondo: stelle rosse e statue bronzee di Lenin fanno ancora parte del panorama urbano della ‘capitale’ Tiraspol. Enorme quella che troneggia davanti al pazzo del Soviet Supremo. Ma dietro la vernice rossa del veterocomunismo si nasconde il vero potere: la mafia russa, che ha trasformato questa repubblica in un paradiso del contrabbando di droga, petrolio, alcool, sigarette e soprattutto armi.

Nel dicembre del 1991 dopo una sanguinosa guerra civile che vide la Transnistria fregiarsi dell’appoggio militare della 14° armata Russa comandata dal generale Aleksandr Lebed; Igor Smirnov, imprenditore locale ed ex capo del KGB, viene eletto presidente in elezioni non esattamente democratiche.

Tutto ruota intorno alla società del presidente, la Sherif, diretta da suo figlio, Vladimir Smirnov. Quest’azienda, con un fatturato annuo di almeno quattro miliardi di dollari (quarantasette volte il Pil ufficiale nazionale). Ufficialmente ha in mano praticamente qualsiasi cosa all’interno del paese: é Sherif la benzina, sono Sherif i supermercati, é Sherif la telefonia e perfino alcune società calcistiche locali.
Non ufficialmente (ma neanche troppo) la Sherif gestisce la produzione e il traffico di ogni sorta di armi, convenzionali e non.
Dalle vecchie fabbriche di Tiraspol, tutte di proprietà della Sherif, escono pistole Makarov, mitragliette Policeman, lanciamine Vasiliok, lanciagranate Gnom e Spg9, lanciarazzi anticarro Rpg7, razzi Bm 21 Grad, missili portatili Duga.
Inutile dire chi si rifornisca in questo immenso bazaar: militari coinvolti nel conflitto dell’ex Jugoslavia, golpisti africani, terroristi libanesi e palestinesi, guerriglieri curdi e ceceni, le mafie di tutto il mondo e, ovviamente, Al Qaeda.

Che dire, quando la realtà supera la finzione, forse neanche nel più caricaturistico film di 007 si potrebbe trovare un super cattivo con il proprio stato cosi ben organizzato e terribilmente retrò quanto la Transnistria.
Forse solo Bison nel film di Street Fighter si avvicinava a tutto ciò.

Il Video della Iena Luigi Pelazza che ha realizzato il servizio recandosi in Transnistria passando in auto le numerose frontiere: Parte 1, Parte 2

QUI la pagina Wiki della Transnistria.

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