Il cacciatore di antimateria parte per lo spazio

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“Mai in precedenza siamo stati così coscienti di quanto poco conosciamo del nostro universo: l’antimateria sembra essere sparita ed il 95% del bilancio di energia e materia dell’Universo è dovuta ad una sorgente misteriosa”: così Roberto Battiston, scienziato dell’Agenzia Spaziale Italiana, spiega l’importanza dell’ultimo strumento creato al Cern di Ginevra, l’Alpha Magnetic Spectromer, altrimenti noto come “il cacciatore di antimateria”.

All’inizio della vita dell’Universo – si ipotizza – materia e antimateria erano presenti in uguale quantità. Oggi, però, viviamo in un universo costituito solo da materia: che fine ha fatto l’antimateria che si crede essere stata presente miliardi di anni fa?

Per rispondere a questa domanda e anche per capire qualcosa di più sulla cosiddetta “materia oscura” (che non emette su alcuna lunghezza d’onda e, quindi, risulta “invisibile”) un team di più di 500 scienziati provenienti da 16 Paesi ha creato al Cern, con un lavoro durato 16 anni, l’Alpha Magnetic Spectromer (AMS-02), che oggi ha iniziato il proprio viaggio verso la postazione di lavoro: la Stazione Spaziale Internazionale.

La prima tappa prevede l’arrivo in America, al Kennedy Space Center. Il trasporto dell’immenso strumento – che pesa da solo circa 7 tonnellate e viaggia insieme a 40 tonnellate di materiali tecnici – è iniziato questa mattina alle 7 grazie a un cargo C-5M SupeGalaxy dell’Aeronautica Militare USA, l’unico aereo abbastanza grande da contenerlo.

Il prossimo febbraio l’AMS sarà parte dell’ultima missione dello Shuttle (cui parteciperà anche l’italiano Roberto Vittori, al suo terzo viaggio sulla ISS)prima del pensionamento: raggiungerà così la ISS, dove potrà iniziare a cercare indizi sul destino che è toccato all’antimateria, e a una sua eventuale presenza nell’Universo, andando a caccia di antiprotoni, antideutoni e anti-nuclei di elio grazie al più grande magnete superconduttore mai usato in orbita.

L’AMS, la cui costruzione è stata guidata dal premio Nobel Samuel Ting, avrebbe dovuto partire già qualche anno fa; poi il disastro del Columbia ha spinto la Nasa a rivedere i piani di volo e altri problemi hanno ritardo funestato i tempi di lancio, compresa una modifica sostanziale all’apparecchio che ha comportato lo smontaggio e il rimontaggio dell’intero AMS.

L’ente spaziale americano ha tuttavia aspettato che il cacciatore di antimateria fosse pronto, prima di chiudere definitivamente il programma Shuttle, e Samuel Ting ha spiegato il perché: “La Nasa aveva interesse ad aspettarci. Ams sarà il cuore del programma scientifico della Stazione, che è costata 100 miliardi di dollari ma è stata criticata per non aver dato risultati di astrofisica”.

Una volta in posizione, l’AMS funzionerà per almeno 10 anni, ma il Cern prevede che la sua vita operativa possa arrivare fino a 18, facendo sì che il prezioso strumento resti in servizio fino al 2029.

Il professor Battiston che, quale responsabile italiano per l’AMS, sta accompagnando lo strumento in America, è entusiasta del progetto: “Viviamo in un periodo estremamente interessante” – ha dichiarato, aggiungedo che “AMS è un passo importante nella ricerca delle risposte alle domande fondamentali” sull’antimateria e sulla materia oscura e che “i ricercatori italiani, grazie all’INFN e all’ASI, giocano un ruolo fondamentale in questo progetto”.

L’Italia è il Paese che ha maggiormente contribuito al progetto (costato 1,2 miliardi di euro) versando il 25% dei finanziamenti tramite l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.

Fonte: Zeusnews.it

[spoiler]Tutto sto casino per capire che l’antimateria è finita tutta nel server della lega facendolo crashare…[/spoiler]

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