L’umiliazione palestinese su Facebook

«Ma che cos’ho fatto di male?…». Nella sua casa di Ashdod, assediata da telefonate e giornalisti, l’ex soldatessa israeliana Eden Abergil è scioccata. Non le riesce proprio di capirlo, il perché di tanto clamore. Lunedì, alcuni blogger hanno mandato in rete le foto che un suo amico le ha scattato l’anno scorso, quando prestava servizio in una base dell’intelligence militare a Nahal Oz, a sud d’Israele. Eden se le era messe su Facebook – titolo del post: «Esercito, il più bel periodo della mia vita» -, un’iniziativa decisamente provocatoria: lei in divisa e in posa, di fianco o davanti a prigionieri palestinesi bendati e ammanettati, per didascalia sconcezze sessuali e una serie di commenti dedicati alla protagonista di quegli scatti (“sei molto più sexy così!”) e ai detenuti ritratti loro malgrado (“mi chiedo se anche lui sia su Facebook, dovrei taggarlo!”)…

Immagini umilianti. Che in poche ore sono state tolte dal web. E che hanno spinto Tsahal, l’esercito israeliano, a prendere le distanze: «Si tratta d’un comportamento vergognoso – ha detto un portavoce -, non riflette i nostri valori e le regole che siamo tenuti a rispettare. La vicenda è all’esame dei comandi e verrà valutata come si deve. La responsabile però s’è già congedata: non possiamo impedire che un’ex soldatessa metta su internet le foto che s’è scattata da sé».

Sicuramente nulla in confronto agli abusi di Abu Grahib, ma direi che gli USA hanno fatto bene scuola agli amici israeliani…

Via Corriere

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