La carta batte il digitale

Jakob Nielsen è un conosciuto ricercatore, specializzato nelle ricerche volte a risparmiare le energie psicofisiche dei lavoratori e in generale di coloro che siano impegnati in una qualsivoglia attività.

Jakob ha pubblicato recentemente uno studio volto a comparare la velocità di lettura di un testo redatto tradizionalmente su carta rispetto a quello ormai comunemente reperibile su supporto elettronico, il cui schermo sia per altro ottimizzato per facilitare la lettura in termini di definizione, contrasto, mancanza di riflessi e così via.

Si è così scoperto che leggendo da un iPad la velocità media di lettura si abbassa del 6,2% mentre scende addirittura del 10,7% se la lettura avviene su un Kindle 2; mentre prudentemente non è stata pubblicata alcuna prova comparativa tra i due lettori elettronici.

Il test è avvenuto sottoponendo un testo di Hemingway, evidentemente ritenuto un autore idoneo allo scopo per semplicità stilistica e chiarezza espositiva, alla lettura di una trentina di persone per un tempo medio di 17 minuti, mentre per limitare la possibilità di imbrogli i tester hanno dovuto rispondere a una serie di domande attinenti il brano dato in lettura.

Alla fine, le cavie di Nielsen hanno espresso il loro voto sui supporti oggetto del test; e – sorpresa – su una scala da 0 a 7 attribuito al testo stampato, l’iPad e il Kindle sono stati valutati rispettivamente 5,7 e 5,6; lo schermo di un normalissimo Pc ha raccolto un voto appena sopra la sufficienza, con un misero 3,6.

Tralasciando alcuni parametri non secondari, quali ad esempio il grado di acculturamento dei tester, l’uso non occasionale di un supporto digitale rispetto a un altro, l’età e quindi implicitamente il visus e l’approccio psicofisiologico a un mezzo piuttosto che ai concorrenti, i risultati danno da pensare e non poco.

Se l’esperimento dovesse ricevere ulteriori conferme, sarebbe lecito domandarsi quanto l’uso del supporto digitale possa ritenersi alternativo oppure soltanto complementare ai tanto bistrattati testi scolastici a stampa; in tutti quei casi cioè in cui l’informazione non possa essere superficiale, occasionale e transeunte ma costituisca essa stessa il motivo per cui deve essere letta e, ovviamente, ritenuta.

Fonte Zeusnews.it

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